La comunità pattese in lutto per la tragica scomparsa di Andrea Trimarchi
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Scritto da Giancarlo D'Amico   
Mercoledì 16 Luglio 2025 21:48
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Mentre il giornale «In Cammino» stava per essere chiuso in redazione, per andare in stampa, alle 18 di oggi pomeriggio, mercoledì 16 luglio, mi squilla il cellulare: un amico mi comunicava la notizia relativa ad un tragico incidente, avvenuto nella zona industriale di Patti. Quando ho chiesto: "Ci sono stati feriti?", dall'altro capo del telefono mi è stata data una risposta che mi ha letteralmente sconvolto: "Ha perso la vita Andrea Trimarchi". Non potevo crederci! Andrea, un mio carissimo amico, fratello di un altro carissimo amico, Gianluca. E poi il padre Giorgio, deceduto qualche anno fa, che per me aveva una stima smisurata; la madre, la carissima signora Mimma! Avevo incontrato Andrea il 2 luglio scorso, quando, tornando da Tindari, avevo scelto di rientrare a casa la strada che conduce ai caselli autostradali, imbattendomi in un incidente all'incrocio, per fortuna senza vittime, e lui era davanti a me, con il suo fuoristrada, per informarsi su quanto accaduto. Mai avrei immaginato che dopo due mercoledì, la morte sarebbe avvenuta per lui. La morte di un caro amico, la morte di un figlio, la morte di un fratello ci riempie di un dolore che quasi sembra lasciarci senza fiato. Sembra che non ci sia altro spazio se non per il solo dolore, perché fino al pomeriggio di oggi Andrea c’era e poi, dopo quel tragico e fatale scontro, non c’era più. L’atrocità e l’ingiustizia del dolore possono non lasciarci in silenzio e farci gridare che non può essere finito tutto così, che qui non c’è tutto. Per come Andrea ha vissuto, per quello che abbiamo visto e vissuto con lui, nel buio del dolore s’impone lo spiraglio di una certezza: non può finire tutto qui. La morte non è l’ultima parola, non è l’ultima fermata nel viaggio della vita di ognuno di noi, ma un passaggio, una porta che si apre sulla vita eterna, dono dell’immenso Amore di Dio per noi tutti, nessuno escluso. Dobbiamo trasformare la nostra disperazione in speranza, la nostra tristezza in gioia; Andrea è con Dio e quindi anche con noi, nei nostri cuori; Andrea, persona buona e gentile, aperto, disponibile, imprenditore oltre che lavoratore nel suo cantiere nautico di contrada Ronzino (a qualche chilometro da dove ha perso la vita) è vicino ad ognuno di noi. Non riusciamo né (forse) riusciremo mai a spiegarci questa morte. Però una cosa possiamo e dobbiamo considerare: la nostra vita, così preziosa e ricca, è estremamente fragile. È un cristallo. In questo momento che stiamo vivendo vorrei anche rivolgere un accorato appello a tutti coloro che hanno a che fare con le strade, sia chi le usa, sia chi ha la responsabilità di amministrarle; dobbiamo mettere in campo ogni comportamento e ogni azione, individuale e collettiva, per rendere le nostre strade più sicure, un luogo dove la vita umana viene tutelata, dove non si rischi la ripetizione di altre tragedie come questa, dove la vita dei giovani, sale del futuro dell’umanità, venga protetta. Ci mancherai, Andrea, dai la forza a tua moglie Simona, alle tue figlie, alla tua adorata mamma, a tuo fratello Gianluca per affrontare questa immensa tragedia.

Grazie Andrea, per l'affetto dimostratomi da sempre; ti ricorderemo nel giornale «In Cammino» (in edicola da sabato 19 luglio) che tu, insieme ai tuoi cari, hai sempre diffuso e sostenuto, e del quale eri un assiduo lettore.




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