Un anno fa la scomparsa del Papa emerito Benedetto XVI
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Scritto da Giancarlo D'Amico   
Sabato 30 Dicembre 2023 20:49
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Alle ore 9.34 del 31 Dicembre 2022, il Papa emerito Benedetto XVI concludeva la sua esistenza terrena nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano; se ne andava un grande Pontefice, teologo, filosofo e uomo di Dio. Immediata la commozione di tutta la Chiesa e del mondo, per una notizia che, per quanto attesa, è comunque dolorosa. La sua missione sulla terra è finita, ma continuerà a pregare per tutti noi dal Cielo. La migliore e più trasparente comprensione della Chiesa di Benedetto XVI è avvenuta nel momento di massimo stupore e sconcerto dei più: quando il Papa ha deciso di lasciare il pontificato e ritirarsi a pregare. Chi non ha mai capito la portata innovativa della figura e del pontificato di Joseph Ratzinger, e ha continuato a vederlo e a interpretare le sue parole e le sue azioni come prova di conservatorismo e rifiuto del nuovo, è stato smentito clamorosamente dalle sue improvvise e impreviste dimissioni, una innovazione assoluta. Oltre che uno straordinario gesto di umiltà e di amore per la Chiesa. L’annuncio dato l'11 Febbraio 2013 ha scioccato e sorpreso tantissime persone; tuttavia, riflettendoci, sono sicuro che molti vi riconosceranno una decisione di grande coraggio e frutto di chiarezza di mente e di azione. La sua ponderata e libera decisione - come accade per tutte quelle che aprono vie nuove nella storia - oggetto di attenzione e commenti appassionati e vari e, a volte, molto superficiali, sigilla la coerenza tra dottrina e pratica cristiana di Benedetto XVI.

A distanza di un anno dalla scomparsa non possiamo far altro che esprimere la nostra gratitudine al Signore per averci donato un Pontefice che con docile fermezza e con grande competenza, instancabilmente, ha annunciato il Vangelo di Gesù in un momento storico difficile e, per certi versi ostile. Benedetto XVI ha dovuto pagare gli errori di altri portando sulle sue spalle il peso dello scandalo della pedofilia, da lui affrontato sempre con coraggio e verità già da Prefetto della Congregazione della Fede. Con il medesimo coraggio e ansia di verità ha continuato a denunciare, nei discorsi alla Curia, i velenosi effetti delle lotte intestine per il potere e il denaro. Questo è stato senza dubbio il tema più spinoso e insidioso che ha dovuto affrontare: e proprio questo tema ha lasciato, come esigente eredità, al suo successore, Papa Francesco. 

Con il suo stile mite e dolce, scevro da ogni carisma superficialmente inteso, ha saputo parlare alle folle e scaldare i cuori, rinnovando la fede e l’entusiasmo di giovani e donne, anziani e sacerdoti. Con uno stile personalissimo, che è stato apprezzato e riconosciuto da tutti. Non c’è dubbio però che il significato più forte del suo pontificato sta proprio in quest’ultimo gesto, una decisione che rivela fino in fondo la sua straordinaria statura spirituale. E, soprattutto, la sua fiducia in Dio, nelle cui mani ha rimesso quasi un decennio fa il destino della Chiesa. 

Papa Benedetto ha dato a tutto il mondo un esempio luminoso di autentico senso di responsabilità e di amore vivo per la Chiesa. Sono stati otto difficili anni (2005-2013) di pontificato per Benedetto XVI tutti condotti nel segno del coraggio; ha lottato nella Chiesa, contro il peccato di tanti suoi figli, ma ha anche saputo imporsi al mondo, a tutti, anche ai lontani, come uno degli intellettuali più lucidi nell’analizzare la crisi drammatica del nostro tempo. Il Pontefice ha difeso strenuamente la vita umana, la famiglia, il matrimonio tra uomo e donna, attirandosi, spesso, le invettive di quelli che avevano una visione distorta e oggettivamente disordinata della vita, che lo offendevano con un linguaggio selvaggio e petulante; ha difeso la ragione che argomenta e sostiene la fede e si porta nello spazio pubblico con coraggio e mitezza, ha richiamato la politica a un senso di responsabilità avvertendo che è contro l’uomo e la sua dignità legiferare non tenendo conto dei principi non negoziabili che non sono verità di fede ma possono essere abbracciati anche con la sola ragione. 

I suoi insegnamenti, i suoi preziosi scritti, le sue riflessioni, rimarranno sempre guida e bussola sicura per orientare la nostra vita in questo mondo malato, sempre superficiale e vuoto, privo della gioia che solo il Vangelo trasmesso dalla coraggiosa e fedele tradizione della Chiesa cattolica ci può donare.

Ringraziamo insieme il Signore per il dono fatto alla Chiesa di un Pastore grande: umile e mite, forte nella fede e maestro nell’annunciarne il primato e la bellezza, sereno nella speranza e gioioso nella carità, coraggioso e fedele servitore della Chiesa, libero nello Spirito della Verità che continua ad insegnare anche dopo la sua morte.

 




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