Patti: bancarotta fraudolenta, disposte quattro condanne
Stampa
Scritto da Massimo Natoli   
Venerdì 03 Marzo 2023 12:37
Visite articolo: 9371 volte

Il collegio giudicante del tribunale di Patti, presidente Samperi, a latere Gullino e Zantedeschi, ha condannato Gaetano Caleca e Rosanna Giacalone a 5 anni di reclusione, poi Rolando Bencini e Maria Giuseppa Scarpulla, a due anni di reclusione, pena sospesa.

Per Caleca e Giacalone l’assoluzione da un capo di imputazione perché il fatto non sussiste e la prescrizione per un’altra contestazione. Tutti gli imputati sono stati condannati inoltre al risarcimento del danno da liquidarsi in separata sede alla curatela fallimentare dell’avvocato Angelina Sidoti, costituitasi parte civile con l’avvocato Vincenzo Santo Trovato. Il pm Andrea Apollonio aveva richiesto, tra gli altri, otto anni di reclusione per Caleca e 6 per la Giacolone.

La vicenda giudiziaria è riferita a fatti risalenti al 21 febbraio 2013; secondo i capi di imputazione, Giacalone, amministratore unico e liquidatore, Caleca amministratore di fatto dell’azienda “Ceramiche del Tirreno srl” già “Caleca Italia”, avrebbero stipulato con l’impresa “Majolica Italiana”, di cui la Scarpulla era amministratore unico e Bencini dipendente e procuratore speciale, un contratto d’affitto d’azienda per un canone annuo di 108 mila euro, canone ritenuto incongruo, vicenda che, come si evince ancora dai capi di imputazione, avrebbe determinato con operazioni dolose il fallimento delle società.

Caleca e Giacalone, marito e moglie, sono stati condannati anche per distrazione di somme del patrimonio societario, circostanze anche queste che avrebbero determinato il fallimento della società. Chiuso il processo di primo grado, ora tutta l’attenzione è rivolta all’appello e l’avvocato Mimmo Magistro, difensore di Caleca, si è detto fiducioso dell’esito del processo di secondo grado. Entro novanta giorni i giudici depositeranno le motivazioni della sentenza.

 




 582 visitatori online
Articoli più visti