A conclusione dell'Assemblea Ecclesiale Diocesana, stasera, nella Chiesa Concattedrale di Patti, il Vescovo mons. Guglielmo Giombanco ha presieduto la Concelebrazione Eucaristica con i sacerdoti provenienti dalle 84 comunità parrocchiali della diocesi ed ha rinnovato il ministero della catechesi e ministero straordinario della Santa Comunione ad un folto gruppo di fedeli; la Concattedrale era gremita in ogni ordine di posto.
Prima della benedizione finale, il Vescovo Guglielmo ha consegnato a ciascun parroco e ad un rappresentante di ogni comunità parrocchiale, consacrati, gruppi, associazioni, movimenti ecclesiali, alunni del seminario diocesano, la sua prila Lettera Pastorale dal titolo: «Ascoltare e discernere con docilità di cuore» (nella foto la copertina), all'inizio dell'anno pastorale 2017-2018, un testo firmato il 4 ottobre; non a caso, il giorno dedicato a San Francesco d'Assisi. Il vescovo, nell'introduzione, presenta il cammino di quest'Anno pastorale che "sarà caratterizzato da due atteggiamenti: l'ascolto e il discernimento con lo stile sinodale, alla luce delle indicazioni proposte in Evangelii Gaudium. La nostra attenzione sarà posta particolarmente su due ambiti pastorali: la famiglia e i giovani, la famiglia con l'approfondimento dell'Esortazione Apostolica Amoris Lætitia; i giovani con un percorso di riflessione sul prossimo Sinodo dei Vescovi (Ottobre 2018 ndr) sul tema: «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». La Lettera è suddivisa in cinque capitoli:
1. Ascolto e discernimento nella parola di Dio;
2. Uno sguardo dentro la complessità;
3. Il Discernimento sul vissuto delle nostre comunità;
4. La sinodalità: ambito fecondo del discernimento
4.1 Alcuni passi necessari: a) La conoscenza; b) Il dialogo; c) La docilità allo Spirito; d) La preghiera;
5. Abitare la storia con lo sguardo di Dio.
"Non possiamo - scrive mons. Giombanco - accontentarci di continuare a fare come abbiamo sempre fatto, senza chiederci se lo Spirito - attraverso le vicende della storia e la concretezza delle situazioni in cui viviamo - non ci indichi di intraprendere nuove strade nel segno dell'audacia evangelica. Una semplice pastorale di conservazione oltre ad essere infruttuosa, rivela uno stile ecclesiale poco attento ai segni dei tempi e che fa fatica a percorrere strade nuove e, a volte, inedite".
Il vescovo Guglielmo conclude la sua Lettera mettendo in evidenza come "il nostro «camminare» deve trovarci disposti a narrare le proprie esperienza spirituali, a comunicare iniziative pastorali, con sincerità e naturalezza, senza voler occupare spazio e tempo agli altri, ma solo con l'intento di esprimere la gratitudine e lo stupore per i passi che riusciamo a compiere con l'aiuto dello Spirito".
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