Patti: "Accogliere il dono dello Spirito con docilità di cuore", la Lettera del Vescovo Guglielmo per vivere la Veglia di Pentecoste
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Scritto da Giancarlo D'Amico   
Lunedì 03 Giugno 2019 17:09
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Carissimi,
Ci prepariamo a vivere l'esperienza feconda della Veglia di Pentecoste che celebreremo il prossimo 8 giugno a Sant'Agata di Militello, momento nel quale tutta la Comunità diocesana si raccoglierà in preghiera per accogliere il dono dello Spirito.
Il giorno di Pentecoste lo Spirito fu invito per santificare continuamente la Chiesa. «Lo Spirito – scrive il Concilio – dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio» (LG 4): «Non sapete – dice Paolo – che siete tempio di Dio e lo Spirito di Dio abita in voi?» (1Cor 3,16). Dal di dentro – come “Maestro interiore” – Egli ci muove ad amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutte le forze (Mc 12,30) e ad amarci a vicenda come Cristo ci ha amato (Gv. 13,4). È importante, allora, renderci docili alle sue ispirazioni, alle sue illuminazioni, alle sue mozioni interiori. È importante lasciarsi guidare, inquietare e plasmare da Lui (Cfr Rm 8,14).
Lo Spirito ci guida alla conoscenza della verità e ci suggerisce ciò che dobbiamo dire nei momenti difficili. Egli fa maturare in noi i frutti di santità (Cfr Gal 5,22), conducendoci alla perfezione della carità, alla pienezza della vita cristiana. Giustamente l’apostolo Paolo ci esorta a non rattristare lo spirito (Ef 4,30), a non spegnere lo Spirito (1Ts. 5,19), anzi, ci invita ad essere ricolmi dello Spirito (Ef 5,18). C’è qui l’itinerario spirituale di chi tende alla perfezione, c’è l’impegno di chi vuol prendere sul serio la vita cristiana, c’è l’ascesi di chi vuol farsi santo.
Quanto più cresce la docilità allo Spirito, tanto più si realizzano capolavori di santità. Egli ci aiuta a superare le opposte derive dello spiritualismo emotivo e dell’attivismo superficiale e ci  spinge ad abbandonare le zone oscure della pigrizia, della mediocrità, del grigiore senza slanci. Egli ci trasforma e ci plasma facendoci camminare nella fedeltà e nella libertà, nella coerenza e nell’originalità.
Viviamo questi giorni in atteggiamento orante perché lo Spirito santo invadi i nostri cuori e li renda docili al progetto di Dio.
In attesa di incontrarVi alla Veglia di Pentecoste, Vi saluto con affetto.

                                                                                                        + Guglielmo, Vescovo


 




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