Sexting, più di 2 adolescenti su 10 si scambiano foto hot sui social
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Scritto da Gabriele Villa   
Martedì 04 Giugno 2019 09:33
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Una ricerca di Skuola.net per Polizia di Stato, effettuata su 6500 ragazzi tra i 13 e i 18 anni, mostra quanto sia diffuso il fenomeno del sexting. E soprattutto i pericoli legati al suo abuso: il 15% ha visto circolare online le proprie immagini sexy. E un altro 12% è stato minacciato. Il motivo? Quasi sempre per scherzo.

Una leggerezza, magari commessa in buona fede, che può costare cara. Le cui conseguenze non sempre sono gestibili, gettando nello sconforto o generando problemi psicologici. E pensare che, spessissimo, tutto nasce quasi per gioco. Il sexting è uno dei fenomeni potenzialmente più pericolosi tra quelli che investono gli adolescenti di oggi: ci si scatta una foto o un video in atteggiamenti intimi, si invia al proprio partner o ad una cerchia ristretta di amici, ma se capita nelle mani sbagliate in pochi istanti è pronta a viaggiare all’infinito sulla Rete. La tecnologia che da utile strumento si trasforma in una trappola. Un rischio in cui incorrono, anche volontariamente, migliaia di ragazzi. A segnalarlo una ricerca effettuata da Skuola.net per Polizia di Stato, su 6500 giovani tra i 13 e i 18 anni.

Qualcuno, non avendone sentito parlare così spesso, potrebbe pensare che si tratti di un fenomeno di nicchia. Invece no. Più di 2 adolescenti su 10 – il 24% del campione – hanno infatti sperimentato almeno una volta l’ebrezza di scambiarsi materiale intimo via chat o social network: il 6% ammette di farlo di spesso, l’11% di dosare col contagocce le occasioni in cui ciò avviene, il 7% di averci provato una sola volta. Una pratica, quella del sexting, che invoglia più i maschi che le femmine: tra i primi, il 13% si dichiara un habitué; tra le seconde, invece, solo l’8% si mostra spesso e volentieri ‘come mamma l’ha fatta’.

Ma questa è solo una faccia del problema. Perché c’è il rovescio della medaglia: al 15% di quelli che si sono lasciati trascinare dal vortice del sexting è infatti capitato che qualcuno di quelli a cui sono arrivate le immagini ‘compromettenti’ le abbia condivise con altri, magari sconosciuti. E il motivo per cui lo hanno fatto è ancora più inquietante: circa la metà (49%) sostiene che sia stata vittima di un brutto scherzo, il 7% per vendetta (conosciuta anche come ‘Revenge Porn’), addirittura l’11% per ricattare la vittima. Gli effetti di tutto ciò? A volte sono devastanti: quasi 1 vittima su 3, per la vergogna, ha evitato di dirlo in giro (ma tra le ragazze il dato sale al 37%); solo il 16% ha chiesto aiuto alla famiglia o agli amici; mentre il 53% ha cercato di fare finta di niente (sono soprattutto i maschi a reagire così: qui il dato arriva al 59%).

Numeri allarmanti a cui vanno aggiunti i casi in cui ci si è fermati alle minacce. E sono altrettanto alti: è successo a un altro 12% (specialmente se femmine). Ovviamente, qui, la natura della minaccia è prevalentemente ricattatoria (44%); altrettanto alto è il desiderio di vendetta (18%); ma non sono pochi quelli che spaventano la potenziale vittima solo per prendersi gioco di lei, per scherzo (27%). Cambiano, dunque, gli equilibri tra diffusione o semplice minaccia. Quella che non cambia è la reazione di chi si accorge di essere caduto nella rete: sempre più o meno un terzo quelli che non parlano per paura di essere giudicati (35%), cresce chi si rivolge alle persone vicine (26%), mentre chi fa finta di niente scende al 38%.

Attenzione, però, anche all’effetto domino. A chi, essendo entrato in possesso di foto ‘hot’, si lascia prendere dalla tentazione di farle girare, amplificandone gli effetti negativi. Diventando di fatto carnefice del protagonista delle immagini. Un piano, purtroppo, messo in pratica da quasi 2 ragazzi su 10 – il 18% – tra quelli che praticano il sexting, che hanno rivelato di aver condiviso il materiale con altri. Si tratta più di maschi (lo ha fatto 1 su 4), mentre le ragazze preferiscono tenere fede al sexy segreto (sono solo 1 su 10). E i motivi che spingono a farlo, ancora una volta, appaiono davvero banali: il 43% ha voluto fare uno scherzo, il 6% è stato mosso dalla sete di vendetta, il 5% dalla voglia di ricattare. E non finisce qui, perché un altro 6% ha minacciato di farlo. Ma, per il momento, si è fermato lì.




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