Patti: voci contro e richiesta di dimissioni per le criticità del bilancio comunale
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Scritto da Massimo Natoli   
Venerdì 06 Novembre 2020 10:58
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“Il sindaco di Patti Mauro Aquino si dimetta perché rifiuta di assumersi le proprie responsabilità per dieci anni di cattiva gestione.” Parola dei consiglieri comunali Federico Impalà, Gianni Di Santo e Giacomo Prinzi. “Si dimettano loro”, ha replicato il primo cittadino, contestando le accuse evidenziate dai tre consiglieri.

Questi ultimi ci sono andati giù duro, evidenziando come il comune non abbia i soldi per pagare le bollette e il sindaco scarichi le colpe di un buco di 5 milioni di euro sui dipendenti precari del comune stabilizzati ed sui commercianti che non hanno pagato il suolo pubblico a causa dell’emergenza Covid. Un fallimento decretato dal piano di riequilibrio e dal fatto che l’esecutivo ha fatto pagare ai pattesi 2 mila euro al mese per 10 anni per la restituzione dell’ormai noto finanziamento del pontile di Patti e centinaia di migliaia di euro di debiti per incarichi che oggi nega. Responsabilità politiche ed amministrative ripartite anche con la maggioranza consiliare, che, con disinvoltura, ha approvato bilanci, somme urgenze e debiti fuori bilancio senza guardare alle finanze dell’Ente. “Oggi la Città vive una delle più gravi crisi non solo economiche e occupazionali, ma anche sociale, hanno concluso i consiglieri Impalà, Di Santo e Prinzi, senza che il Sindaco Aquino sia stato all’altezza di preservarla e difenderla, con sprechi delle risorse pubbliche pur di garantirsi uno sterile consenso.”

“Se oggi c’è uno squilibrio di parte corrente, lo si deve anche a minori entrate e per la necessità di un maggiore accantonamento di 500 mila euro rispetto all’anno precedente a titolo di fondo crediti di dubbia esigibilità, ha replicato il sindaco Mauro Aquino; lo Stato non ha fatto pagare Imu e Tosap a cittadini e commercianti e al comune ha fatto incassare pochissime risorse.” Altre criticità per il primo cittadino riguardano spese per utenze elettriche, la riduzione del contributo fino a 78 mila euro per i precari e la mancata iscrizione di somme accertate da parte della Creset. “La mia amministrazione si è distinta per aver pagato debiti fuori bilancio per oltre nove milioni di euro, debiti che risalgono a vicende passate; si pensi ad espropri del 1991 per 1.900.00 euro oppure ad una mancata assunzione al comune del 1998 per 700 mila euro o anche ad incarichi legali per 400 mila euro attribuiti in anni precedenti e che non sono stati assegnati da me. Sono false le accuse che mi contestano, così come non risponde al vero che la maggioranza abbia responsabilità in tutto questo. Ho proposto un piano di riequilibrio, un fondo di ripianare le passività in dieci anni, ha concluso Aquino; l’alternativa a tutto questo è il dissesto".




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