Patti: la nostra comunità piange la scomparsa di Massimo Busco
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Scritto da Giancarlo D'Amico   
Mercoledì 13 Aprile 2022 16:25
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Una notizia stamattina ha scosso l'intera comunità pattese: l'Architetto Massimo Busco, a 64 anni, ha concluso la sua esistenza terrena al Policlinico di Messina, dove si trovava ricoverato per aver aver contratto il covid e che, nel suo fisico provato, ne ha determinato la morte. È doveroso evidenziare il legame profondo che ha unito Massimo alla sua famiglia per la quale ha profuso tutta la sua carica affettiva e al cui servizio ha dedicato le proprie energie. Era la famiglia il valore fondante della sua personalità di uomo sempre attento e, nello stesso tempo, sempre discreto, disponibile a donare il proprio aiuto, a porgere la propria mano come sostegno agli altrui bisogni, ai familiari e agli amici, ma nello stile della riservatezza.  

Forse non ci è facile inserire questo lutto nel contesto dei giorni che stiamo vivendo: non sarà facile, possiamo immaginarlo, soprattutto per i suoi figli, Simone e Matteo che, dopo 12 anni dall'improvvisa scomparsa di mamma Rossella, avvenuta pochi giorni prima del Natale 2009, adesso, a pochi giorni dalla Pasqua, vedono mancare anche papà Massimo. A loro, e ai loro familiari, va tutta la nostra vicinanza e simpatia, insieme con l’assicurazione della nostra preghiera, perché Massimo, insieme con la sua sposa Rossella, adesso vive nella gioia dei santi in Paradiso, contemplaando, a viso aperto, il volto di Dio, che è perdono, consolazione, gioia che rimane per sempre.

Ognuno porta nel cuore il ricordo di uno, o facilmente più di un incontro, che ha avuto con Massimo, nella vita di famiglia, nella sua attività di architetto, di docente, nei tanti modi in cui ha sostenuto la realizzazione di opere significative non solo nella nostra Patti ma anche nel mondo ecclesiale pattese. Tutto questo ci suggerisce uno stile di vita, un modo di stare insieme, che diventa propositivo, costruttivo, che «edifica», nel senso più forte del termine: costruisce, cioè, lavoro, impresa, tessuto sociale, cultura – e certamente, costruisce anche vita di Chiesa: quella vita di Chiesa alla quale era così attento anche Massimo, quella vita di Chiesa che egli ha anche sostenuto nelle sue necessità materiali: e questo mi consta personalmente. La fede cristiana, che anche Massimo ha professato, ci apre alla speranza che Dio stesso mette in salvo per sempre la nostra vita, facendoci partecipare della risurrezione di Gesù Cristo. Ma la stessa fede, con le parole di Gesù, ci ricorda che sta anche a noi «mettere in salvo» la nostra vita: e ci ricorda che l’unico modo per «mettere in salvo» la nostra vita consiste nel non aver paura di spenderla, di donarla, di renderla appunto una vita data pienamente nell’incontro con l’altro, e spesa nel desiderio di generare il bene, secondo le immense e diverse capacità che Dio ci ha dato. Come non ricordare quel gesto generoso di Massimo che, proprio per l'immenso amore verso Rossella, ha permesso, dopo l'improvvisa morte della moglie, di far riassaporare a quattro persone il dolce gusto della vita. Proprio Massimo, tra l’altro pure lui trapiantato di cuore, nel dicembre dello scorso anno, durante l'annuale commemorazione di Rossella, aveva evidenziato come “oggi, visto il sopravvento dell’egoismo, sia fondamentale recuperare sensibilità, disponibilità all’ascolto”. “Nella fede – diceva – ho trovato la forza per riprendermi la vita. Mi piace pensare Rossella felice e serena anche nella vita eterna e proprio questo pensiero è per noi motivo di grande gioia e ci dà la forza di andare avanti”. In quell'ultima commemorazione nell'iniziativa sulla donazione degli organi, aveva lanciato un messaggio soprattutto alle giovani generazioni, affinchè la donazione diventi un fatto normale, affermando: “Dentro di noi c’è una grandezza, importante è rendersene conto”. Ringraziamo Dio per ciò che, di tutto questo, noi riconosciamo in Massimo. E rinnoviamo la nostra preghiera perché ora Dio lo accolga in Paradiso, con la sua amata Rossella, gli doni il riposo dalle sue fatiche e lo renda partecipe della gioia piena ed eterna. La Pasqua di Cristo ha segnato l’inizio della sua vita cristiana e la conclusione della sua esistenza terrena; anche per lui valgono le parole dell’angelo risuonate al mattino di Pasqua, quando le donne, recatesi al sepolcro, lo trovano vuoto: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”.

Massimo con il battesimo si è immerso nella morte e nella risurrezione di Cristo; ora egli celebra la sua Pasqua nel cielo. A lui, persona scrupolosa, amabile, umile e disponibile, esprimiamo il ringraziamento per avere sostenuto e apprezzato il giornale «In Cammino» (lo ricorderemo particolarmente nel prossimo numero che sarà in edicola il 14 Maggio) e lo accompagniamo con la preghiera, la stima e l’affetto nel suo pellegrinaggio verso la Gerusalemme celeste con la consolazione che viene dalle parole della Scrittura: «Coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell’amore, perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti». Ciao, Massimo, e grazie della tua amicizia e del tuo affetto!
 

La salma giungerà oggi alle ore 17 circa nella Basilca Cattedrale di Patti, che lui frequentava assiduamente, dove alle ore 18 sarà celebrata la Santa Messa in suo suffragio e dove domani, Giovedì Santo, alle ore 15.30 si svolgerà il rito delle Esequie.

 

 




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