L'Italia al voto: vincere rassegnazione e astensione, auspicando soluzioni efficaci nell’interesse dei cittadini e dei poveri
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Scritto da Giancarlo D'Amico   
Sabato 24 Settembre 2022 09:14
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Elezioni: l'Italia al voto il 25 settembre - Metropolitano.itDomenica 25 Settembre saremo  chiamati a votare per le elezioni politiche e regionali, un appuntamento decisivo che avviene tra l'altro in un clima particolare, segnato su scala internazionale dalla crisi energetica legata al conflitto in Ucraina e dal rialzo dei tassi per domare un'inflazione ai massimi storici. Saremo chiamati a vedere il buono che c’è intorno a noi. Ognuno conosce almeno una persona seriamente impegnata in  politica,  in un piccolo comune oppure in una istituzione nazionale, che si spende con passione e competenza per il bene comune. Ammiriamo chi porta avanti le proprie idee con coerenza e credibilità, considerato il fatto che la via della democrazia se, da una parte, esprime al meglio la partecipazione diretta dei cittadini alle scelte politiche, dall’altra si rende possibile solo nella misura in cui trova alla sua base una retta concezione della persona. La struttura democratica su cui uno Stato moderno intende costruirsi sarebbe alquanto fragile se non ponesse come suo fondamento la centralità della persona; è il rispetto della persona, peraltro, a rendere possibile la partecipazione democratica. La coscienza cristiana ben formata non permette a nessuno di favorire con il proprio voto l’attuazione di un programma politico o di una singola legge in cui i contenuti fondamentali della fede e della morale siano sovvertiti dalla presentazione di proposte alternative o contrarie a tali contenuti. Quando l’azione politica viene a confrontarsi con principi morali che non ammettono deroghe, eccezioni o compromesso alcuno, allora l’impegno dei cattolici si fa più evidente e carico di responsabilità. Dinanzi a queste esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili, infatti, i credenti devono sapere che è in gioco l’essenza dell’ordine morale, che riguarda il bene integrale della persona. È questo il caso delle leggi civili in materia di aborto e di eutanasia (da non confondersi con la rinuncia all’accanimento terapeutico, la quale è, anche moralmente, legittima), che devono tutelare il diritto primario alla vita a partire dal suo concepimento fino al suo termine naturale. Analogamente, devono essere salvaguardate la tutela e la promozione della famiglia, fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso e protetta nella sua unità e stabilità, a fronte delle moderne leggi sul divorzio: ad essa non possono essere giuridicamente equiparate in alcun modo altre forme di convivenza, né queste possono ricevere in quanto tali un riconoscimento legale. Così pure la garanzia della libertà di educazione ai genitori per i propri figli è un diritto inalienabile, riconosciuto tra l’altro nelle Dichiarazioni internazionali dei diritti umani. Alla stessa stregua, si deve pensare alla tutela sociale dei minori e alla liberazione delle vittime dalle moderne forme di schiavitù (si pensi ad esempio, alla droga e allo sfruttamento della prostituzione). Non può essere esente da questo elenco il diritto alla libertà religiosa e lo sviluppo per un’economia che sia al servizio della persona e del bene comune, nel rispetto della giustizia sociale, del principio di solidarietà umana e di quello di sussidiarietà, secondo il quale «i diritti delle persone, delle famiglie e dei gruppi, e il loro esercizio devono essere riconosciuti». In vista delle elezioni regionali non possiamo non interrogarci sulle condizioni di vita delle donne e degli uomini della nostra Sicilia, sulle possibilità di trovare soluzioni ai numerosi bisogni che affliggono la popolazione della nostra isola: la disoccupazione (specie giovanile e femminile), ancora a livelli allarmanti, e poi la questione della formazione professionale, legata all’obbligo scolastico, bloccata sul nascere; oppure quella delle infrastrutture fragili e del dissesto idrogeologico, tanto per citare alcuni esempi. Non è difficile constatare che cresce nei cittadini la delusione per la cosa pubblica insieme a una forte disaffezione per la politica, tanto da indurre molte persone a scegliere la via dell’astensionismo. Tornano alla mente le parole del Papa San Giovanni Paolo II: "Nel presente momento storico, non ci può essere posto per la pusillanimità o l'inerzia. Esse infatti non sarebbero segno di saggezza o di ponderazione, ma piuttosto colpevole omissione" (Discorso tenuto a Catania il 4 novembre 1994). Nessuno, perciò, può esimersi dalla responsabilità di partecipare fornendo il proprio contributo di idee e di proposte sui temi di maggiore rilevanza politico-amministrativa. La costruzione della casa comune non può diventare appannaggio di gruppi autoreferenziali che pretendono di governare in forza dell’investitura di una parte minoritaria del popolo siciliano. Lo spettro dell’astensione allora non è facilmente superabile e assume sempre più i connotati di una lezione da impartire a chi non vuole capire. Con tutto il rispetto per le libere scelte di ciascuno, ritengo in ogni caso che non si possa andare a votare passivamente, da rassegnati. Per questo bisogna riproporre a tutti i cittadini siciliani il valore della democrazia partecipativa, alla luce del magistero sociale della Chiesa, con particolare riguardo a un saggio discernimento personale e comunitario dei candidati e dei programmi. Ai candidati si chiede competenza, correttezza e coerenza morale nell’impegno socio-politico-amministrativo con un netto rifiuto delle varie forme di corruzione e di clientelismo, coerenza etica personale. Così scrivevano i Vescovi della nostra Isola in merito alle consultazioni elettorali: "Riteniamo, che coloro i quali hanno responsabilità politiche e amministrative debbano avere sommamente a cuore alcune virtù, come il disinteresse personale, la lealtà dei rapporti umani, il rispetto della dignità degli altri, il senso della giustizia, il rifiuto della menzogna e della calunnia come strumento di lotta contro gli avversari, e magari anche contro chi si definisce impropriamente amico, la fortezza per non cedere al ricatto del potente, la carità per assumere come proprie le necessità del prossimo, con chiara predilezione per gli ultimi” (CEI, Educare alla legalità, n. 16). "Auspichiamo una competizione elettorale corretta e leale, attenta ai problemi concreti della nostra gente e non preoccupata del successo di parte e dell'occupazione dei posti di potere. La Sicilia non può più aspettare e grava su tutti la responsabilità di elaborare soluzioni praticabili ed efficaci nel superiore interesse dei cittadini e dei poveri e degli ultimi in modo prioritario". 

Preghiamo il Signore che ci regali più politici che abbiano davvero a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri! È indispensabile che i governanti e il potere finanziario alzino lo sguardo e amplino le loro prospettive, che facciano in modo che ci sia un lavoro degno, istruzione e assistenza sanitaria per tutti i cittadini. E perché non ricorrere a Dio affinché ispiri i loro piani? Sono convinto che a partire da un’apertura alla trascendenza potrebbe formarsi una nuova mentalità politica ed economica che aiuterebbe a superare la dicotomia assoluta tra l’economia e il bene comune sociale”. Come non essere d’accordo con le parole di Papa Francesco contenute al n. 205 della sua esortazione apostolica “La gioia del Vangelo”. Quanto bisogno abbiamo a tutti i livelli, dall’amministrazione delle nostre città al governo delle regioni, dal Parlamento italiano a quello europeo, di giovani-adulti competenti, animati da autentico spirito di servizio e desiderosi di spendersi per il bene di tutti e specialmente di chi è debole e impoverito. Spesso davanti a noi vi sono uomini arroganti, che trattano con indifferenza e superficialità i cittadini. Fanno peggio alcuni rappresentanti delle istituzioni che continuano solo a “prendere”,  sfruttando il loro incarico amministrativo e politico,  per sprecare denaro pubblico o per arricchirsi. Giorgio La Pira, siciliano e sindaco di Firenze, affermava che la politica era l’attività spirituale più alta dopo quella dell’intima unione con Dio. Che il Buon Dio ci doni davvero, con le elezioni del 25 Settembre, donne e uomini che si impegnino a costruire il bene comune, la giustizia sociale, l’affermazione e la pratica efficace dei diritti e dei doveri per la crescita umana e spirituale di tutti.




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