31 anni fa la strage di Capaci, per non dimenticare...
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Scritto da Giancarlo D'Amico   
Martedì 23 Maggio 2023 09:34
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Giornata di commemorazione a Palermo per i 31 anni dalle stragi mafiose di Capaci e via D'Amelio.

A Capaci,sull'autostrada che collega l'aeroporto con Palermo, il 23 maggio del 1992 morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.

In via D'Amelio a Palermo, 56 giorni dopo, il 19 luglio, vennero uccisi Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

A Palermo sarà un giorno della memoria fitto di appuntamenti, anche se gran parte chiusi al pubblico, come la cerimonia mattutina nell'aula bunker, che verrà trasmessa in diretta da Rai Uno. La città parteciperà nel pomeriggio con centinaia di palermitani, moltissimi studenti, in marcia verso l'Albero Falcone. Quest'anno ci saranno due cortei. Uno istituzionale, l'altro alternativo. Partiranno da punti diversi per congiungersi in via Notarbartolo, dove alle 17,58 un trombettiere della polizia suonerà il "Silenzio" per ricordare la strage di Capaci, all'ora in cui fu azionato il telecomando che fece esplodere il tritolo.

Come non ricordare anche un passaggio della vibrante omelia pronunciata dal Cardinale Salvatore Pappalardo ai funerali del giudice assassinato: "E' motivo di particolare sgomento l'aver appreso che il giudice Falcone si muoveva in via e con mezzi che dovevano rimanere coperti dal più sicuro riserbo. Chi li conosceva? Chi li ha rivelati ai nemici del giudice, mandanti ed esecutori, che hanno potuto agire con tanta decisione e precisione? La pubblica opinione ne è sconvolta e, additando le vittime della immane strage, chiede che si scoprano, dovunque e chiunque essi siano, i responsabili della feroce soppressione della loro vita. Lo Stato non può mancare a questo dovere".

A chiusura dell'omelia, è quasi una scomunica quella pronunciata dall'arcivescovo di Palermo nei confronti degli "operatori nefasti di tanti delitti. " Possiamo annoverarli ai veri cristiani o non sono da ritenere piuttosto come facenti parte della sinagoga di Satana? Ricordino comunque che, se la loro vita è un' aperta sfida non soltanto alla legge degli uomini, ma anche ai comandamenti di Dio, dovranno rendere conto a lui delle loro scelleratezze. Non si illudano: Dio non può essere irriso. Le potenze dell' inferno non prevaranno. La nostra fede ci sostiene anche nel dolore".




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