Oggi, 19 Dicembre, la Chiesa ricorda San Dario - Quarto giorno della Novena di Natale |
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Scritto da Giancarlo D'Amico
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Mercoledì 19 Dicembre 2018 07:27 |
Le notizie su Dario sono alquanto scarne, e non vi sono tracce di tradizioni risalenti ad epoca posteriore alla sua martirizzazione.
I martirologi ne ricordano semplicemente il nome, insieme ad altri tre compagni di martirio: Zosimo, Paolo e Secondo. Sono commemorati nel Martirologio Romano il 19 dicembre.
Non si sa di preciso né quando, né dove avvenne il martirio, anche se secondo la tradizione sarebbe avvenuto nella città di Nicea, in Bitinia.
Dal libro dei Giudici 13,2-7.24-25
La nascita di Sansone è annunciata dall’angelo.
Rit. Canterò senza fine la tua gloria, Signore. dal salmo 70
Dal Vangelo secondo Luca 1, 5-25
La nascita di Giovanni Battista è annunziata dall'angelo.
Accogliere il progetto di Dio, accogliere il volto inatteso di Dio, dicevamo. E così, avvicinandoci a gran passi verso il Natale, incontriamo altre persone che hanno collaborato alla salvezza: la madre di Sansone e la simpatica coppia Elisabetta e Zaccaria. La sterilità caratterizza le storie di queste persone, sterilità fisica vissuta, allora come oggi, come una menomazione, come una disgrazia. Ma anche sterilità interiore, ben più diffusa di quanto si immagini, sterilità e asciuttezza dello spirito, aridità interiore. Quante persone incontro, nella mia vita di prete, che non hanno nessuna fecondità spirituale, che si accontentano di sopravvivere! Dio interviene in entrambi i casi, usa la sterilità di queste donne come opportunità per svelare la sua potenza, la sua forza, per fecondare il grembo e la vita di queste persone. Sansone e Giovanni saranno i figli della fecondità, la loro presenza sarà un vera benedizione per il popolo. La Scrittura ci dice che i loro genitori erano "giusti", nel caso di Zaccaria che prestava un servizio al tempio. Il loro dolore non li ha allontanati da Dio, anzi li ha avvicinati, li ha messi alla prova ma non hanno mollato. Prego, oggi, per quelli che tra noi vivono una sterilità del corpo e dello spirito: che non si scoraggino, ma che credano che la loro fedeltà porta fecondità al mondo.
Illuminati dalla Parola della liturgia odierna, facciamo nostra l'invocazione dei profeti e ci uniamo al grido di quanti sono in attesa di salvezza, dicendo: Vieni, Signore, non tardare.
Con l’annuncio del Precursore hai esaudito la preghiera di secoli: donaci di non pensare mai che le nostre invocazioni restino inascoltate. Preghiamo:
Ci fai vivere ogni giorno l'esperienza del nostro limite:
aprici alla fiducia che in quel momento incomincia la tua potenza. Preghiamo:
Ti sei fatto precedere da Giovanni, per ricondurre il cuore dei padri verso i figli: concedi alle nostre famiglie il dono del dialogo e della concordia. Preghiamo:
Per la tua venuta nel mondo anche la sterilità di Elisabetta sbocciò nella maternità: dona la gioia della fecondità agli sposi che attendono con ansia la nascita di un figlio. Preghiamo:
Hai affondato la tue radici nella nostra storia di debolezza e di peccato: per il pane di questa eucaristia liberarci dal male e poni in noi la novità della tua vita di Figlio. Preghiamo:
Signore Gesù, che ti sei fatto nostro fratello, accogli la nostra preghiera e presentala, assieme al tuo sacrificio, al Padre che sempre ti ascolta. Tu vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLE ORE - Volume I
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Prima Lettura
Dal libro del profeta Isaia (47, 1. 3b-15)
Lamento su Babilonia
Seconda Lettura
Dal trattato «Contro le eresie» di sant'Ireneo, vescovo (Cap. 8, 5 - 9, 6; Funk 1, 325-327)
L'incarnazione che ci ha redenti
Mercoledì della III settimana, ufficio della feria con le parti proprie del 19 dicembre.
Novena di Natale - quarto giorno
Questa settimana di preparazione imminente alla celebrazione del Natale è scandita dal canto delle grandi antifone, testi che fin dall'VII secolo gradualmente ci dischiudono alcuni tratti del Cristo che viene. Le invocazioni concise, che attingono ampiamente sia dall'Antico che dal Nuovo Testamento, offrono dei ricchi spunti per la meditazione, per la preghiera, per un concreto allenamento quotidiano sulla strada che conduce alla grotta di Betlemme.
Nella novena del Natale, tra le antifone maggiori, la Chiesa il 19 dicembre invoca il Messia con il nome di Germoglio della Radice di Jesse.
O Radice di Iesse,
che t’innalzi come segno per i popoli:
vieni a liberarci, non tardare.
Eccoti dunque in cammino, o Figlio di Iesse, verso la città dei tuoi avi. L'Arca del Signore s'è levata ed avanza, con il Signore che è in essa, verso il luogo del suo riposo. "Quanto sono belli i tuoi passi, o Figlia del Re, nello splendore dei tuoi calzari" (Cant 7,1), quando vieni a portare la salvezza alle città di Giuda! Gli Angeli ti scortano, il tuo fedele Sposo ti circonda di tutta la sua tenerezza, il cielo si compiace in te, e la terra trasalisce sotto il dolce peso del suo Creatore e della sua augusta Regina. Avanza, o Madre di Dio e degli uomini, Propiziatorio onnipotente in cui è racchiusa la divina Manna che preserva l'uomo dalla morte! I nostri cuori ti seguono e ti accompagnano, e al seguito del tuo Regale antenato, giuriamo "di non entrare nella nostra casa, di non salire sul nostro letto, di non chiudere le nostre palpebre e di non concederci riposo fino a quando non abbiamo trovato nei nostri cuori una dimora per il Signore che tu porti, una tenda per il Dio di Giacobbe". Vieni dunque, così velato sotto i purissimi fianchi dell'Arca santa, o rampollo di Iesse, finché ne uscirai per risplendere agli occhi del popolo, come uno stendardo di vittoria. Allora i re vinti taceranno dinanzi a te, e le genti ti rivolgeranno i loro omaggi. Affrettati, o Messia; vieni a vincere tutti i nostri nemici e liberaci!.
O Radice di Iesse,
che t’innalzi come segno per i popoli:
vieni a liberarci, non tardare.
Vieni, Signore Gesù.
Perché comprendiamo con quale amore Dio ci ha amati e ci ha resi suoi figli
- Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.
Perché la pigrizia e la viltà non ci impediscano di professare apertamente la nostra fede in Cristo e nel Vangelo
- Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.
Perché i predicatori e i catechisti, come Giovanni Battista, mostrino con efficacia agli uomini Cristo Salvatore
- Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.
Perché tutti gli uomini del nostro tempo riconoscano che non è possibile costruire un mondo buono e giusto senza fondarlo su Cristo, uomo perfetto e Figlio di Dio
- Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.
O Cristo Signore, Tu sei l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo: aiutaci a riconoscere i nostri limiti e la nostra miseria, perché solo così possiamo ottenere la salvezza. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Impegno personale: se ne ho la possibilità, parteciperò oggi alla S. Messa e riceverò l'Eucaristia, facendo nascere Gesù dentro di me. Stasera nell'esame di coscienza metterò di fronte al Signore l'obbedienza ai miei impegni di fede.
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Impegno di vita
Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi pongo dinanzi a queste due figure: Zaccaria e Maria, che mi illuminano sull'importanza della Parola per la mia vita e l'esigenza di coglierla e farla fruttificare perché è di Dio. Forse mi trovo più vicino alla posizione di Zaccaria il più delle volte, ma il punto di arrivo è quello di Maria, che credendo, diventa dimora di Dio.
INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO
Perchè l'incredulità che minaccia sempre l'esistenza del cristiano, sia superata dalla sorpresa delle meraviglie operate dal Signore.
MESSAGGIO DEL GIORNO
uoi non avere pietà di noi, tu che sei fatto uomo per noi? Grandi sono le tue meraviglie, più grandi ancora le tue promesse. Le tue opere ci fanno ricercare i beni che ci prometti. Sant'Agostino
Mercoledì 19 Dicembre 2018
- Alle ore 9,30 Ultima Udienza Generale del 2018 tenuta dal Santo Padre Francesco nell'Aula Paolo VI.
Mercoledì 19 Dicembre 2018
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Oggi, 18 Dicembre, la Chiesa ricorda San Graziano, Vescovo - Terzo giorno della Novena di Natale |
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Scritto da Giancarlo D'Amico
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Martedì 18 Dicembre 2018 07:25 |
Tutto ciò che sappiamo su Graziano risale all’ Historia Francorum scritta da san Gregorio di Tours nel VI secolo. Questi riferisce che attorno alla metà del III secolo san Dionigi di Parigi partì da Roma, assieme ad altri sei missionari per portare il Vangelo nelle Gallie. Graziano o Catianus era uno di questi. Una tradizione più antica, che però non ha riscontri, sostiene che i sette missionari furono mandati da San Pietro stesso. Graziano si fermò nella Gallia lugdunense e predicò la fede cristiana a Tours per circa cinquant’anni, fondando la diocesi di Tours. Inizialmente incontrò una grande ostilità da parte degli abitanti di Tours, tanto da essere costretto a celebrare i riti nelle catacombe. Quando morì fu sepolto in un cimitero cristiano nelle vicinanze di Tours. Gregorio riferisce: “in ipsius vici cimiterio, qui erat christianorum”. Un secolo dopo, San Martino di Tours, che fu il terzo vescovo di Tours, traslò le sue spoglie nella chiesa costruita dal secondo vescovo San Lidorico o Litoricus. Sulla quale venne poi costruita la cattedrale di Tours, che, inizialmente dedicata a San Maurizio, dal 1357 è dedicata a Graziano e viene soprannominata “La Gatianne”.
Dal libro del profeta Geremia 23, 5-8
Susciterò a Davide un germoglio giusto.
Rit. Nei suoi giorni fioriranno giustizia e pace. dal salmo 71
Dal Vangelo secondo Matteo 1, 18-24
Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, figlio di Davide.
Nel grande progetto che Dio ha in mente sull'umanità, progetto di salvezza e di bene, troviamo delle singole vite che collaborano a costruire questo progetto, a scapito della propria vita e della propria realizzazione. Leggendo la bella pagina di Geremia, piena di parole di consolazione e di bene per il suo popolo, non emerge il fatto che il povero Geremia, profeta di Gerusalemme poco prima della catastrofe della deportazione, era odiatissimo dai suoi per le sue profezie piuttosto controcorrente... Geremia è il profeta rifiutato, osteggiato, mal visto anche dai suoi famigliari. Eppure, divorato dal fuoco, non può che mettere la propria scomoda vita a servizio della Parola. Così Giuseppe, giovane falegname, deve completamente cambiare i suoi progetti per fare spazio a Dio che gli ha ...soffiato la ragazza! Eppure entrambi, con le proprie qualità, la franchezza per Geremia, l'essere "giusto" per Giuseppe che non giudica secondo le apparenze, metteranno la propria vita a servizio dell'opera misteriosa di Dio. Chiediamo a Giuseppe il sognatore di aiutarci a vivere come lui, ad avere il coraggio di mettere da parte i nostri desideri e sogni per accogliere quelli di Dio. Dio ha bisogno di noi per rendersi presente, ha bisogno della nostra vita per incontrare la vita degli altri.
Il Signore viene a redimerci con la forza della debolezza e della povertà. Affidandoci a lui e al suo misterioso modo di operare, preghiamo insieme e diciamo: Vieni in nostro aiuto, Signore.
Per la Chiesa, perchè come san Giuseppe sia pronta a dire il suo sì anche quando le richieste del Signore le rimangono oscure. Preghiamo:
Per il Papa Francesco, per il Papa emerito Benedetto XVI e i vescovi, perchè nel loro servizio alla Chiesa siano confortati dalla sollecita adesione di tutti i fedeli. Preghiamo:
Per quanti sono chiamati alla consacrazione religiosa, perchè con generosità rispondano all'invito del Signore e gli diano testimonianza con la loro vita casta, povera e pienamente docile alla sua volontà. Preghiamo:
Per i poveri, gli anziani e coloro che soffrono la solitudine, perchè attraverso il nostro amore e la nostra attenzione operosa facciano esperienza che Dio è davvero l'Emmanuele, il Dio con noi. Preghiamo:
Per noi che oggi partecipiamo all'Eucaristia, perchè possiamo accorgerci che Dio continua a compiere meraviglie di grazia per noi e in noi. Preghiamo:
O Padre, che nell'eucaristia continui a donarci il tuo Figlio, l'Emmanuele, ascolta con paterna benevolenza la preghiera della tua Chiesa, corpo mistico di Cristo, e falle sperimentate ancora i prodigi del tuo amore. Per Cristo nostro Signore. Amen.
LITURGIA DELLE ORE - Volume I
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Prima Lettura
Dal libro del profeta Isaia (46, 1-13)
Contro gli idoli di Babilonia
Seconda Lettura
Dalla «Lettera a Diognèto» (Cap. 8, 5 - 9, 6; Funk 1, 325-327)
Dio rivelò il suo amore per mezzo del Figlio
Martedì della III settimana, ufficio della feria di Avvento con le parti proprie del 18 Dicembre.
Novena di Natale - terzo giorno
Nella novena del Natale, tra le antifone maggiori, la Chiesa il 18 dicembre invoca il Messia con il nome di Adonai. Il Bambino di Betlemme avrà un nome. Il nome che è al di sopra di ogni altro, per cui quella parola : “Gesù” , per noi è Adonai.
O Adonai, Signore, capo della casa d'Israele, che sei apparso a Mosè nella fiamma del roveto ardente e gli hai dato la legge sul Sinai, vieni a ricattarci nella forza del tuo braccio.
O Supremo Signore, Adonai, vieni a riscattarci, non più nella tua potenza, ma nella tua umiltà. Una volta ti sei manifestato a Mosè, tuo servo, in mezzo ad una divina fiamma; hai dato la Legge al tuo popolo tra fulmini e lampi. Ora non è più tempo di spaventare, ma di salvare. Per questo la tua purissima Madre Maria, conosciuto, al pari dello sposo Giuseppe, l'editto dell'Imperatore che li obbligherà ad intraprendere il viaggio di Betlemme, si occupa dei preparativi della tua prossima nascita. Dispone per te, o divino Sole, gli umili panni che copriranno la tua nudità, e ti ripareranno dal freddo in questo mondo che tu hai fatto, nell'ora in cui apparirai nel profondo della notte e del silenzio. Così ci libererai dalla servitù dei nostro orgoglio, e il tuo braccio si farà sentire più potente quando sembrerà più debole e più immobile agli occhi degli uomini. Tutto è pronto, o Gesù! I tuoi panni ti attendono. Parti dunque presto e vieni a Betlemme, a riscattarci dalle mani del nostro nemico.
O Adonai, Signore, capo della casa d'Israele,
che sei apparso a Mosè nella fiamma del roveto ardente
e gli hai dato la legge sul Sinai,
vieni a ricattarci nella forza del tuo braccio.
Cristo Gesù, ascoltaci.
Perché comprendiamo con tutti i Santi il mistero del Regno al quale siamo chiamati
- Noi Ti preghiamo, Cristo Gesù ascoltaci.
Perché possiamo comprendere che in Te formiamo il popolo grande e ricco di ogni benedizione promessa al nostro padre Abramo
- Noi Ti preghiamo, Cristo Gesù ascoltaci.
Affinché tutte le famiglie della terra siano benedette in Te
- Noi Ti preghiamo, Cristo Gesù ascoltaci.
Perché tutti i popoli vengano dall'Oriente e dall'Occidente e siedano a mensa nel Regno dei Cieli
- Noi Ti preghiamo, Cristo Gesù ascoltaci.
Il tuo aiuto, Signore, ci renda perseveranti nel bene in attesa del Cristo, tuo Figlio; quando Egli verrà e busserà alla porta ci trovi vigilanti nella preghiera ed esultanti nella lode. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Impegno personale: Oggi contemplerò il mistero di Giuseppe nel suo umanissimo dolore, ma anche la sua pronta adesione al volere di Dio. Chiederò di non irrigidirmi nella prova, di non chiudermi nell'amarezza.
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Impegno di vita
Oggi, nella mia pausa contemplativa, lascerò risuonare dentro di me "Non temere". E sul ritmo di questa parola ringrazierò il Signore per tutti i suoi paterni e amorosi interventi nella mia vita.
INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO
Perchè nelle perplessità e nei momenti oscuri della nostra vita ci abbandoniamo con fiducia a Dio, sull'esempio di Giuseppe, uomo giusto.
MESSAGGIO DEL GIORNO
Dio, vedendo il mondo sconvolto dalla paura, interviene sollecitamente per richiamarlo con l'amore, invitarlo con la grazia, trattenerlo con la carità, stringerlo a se con l'affetto. San Pietro Crisologo
Martedì 18 Dicembre 2018
- Alle ore 11, presso la Sala Stampa della Santa Sede, in Via della Conciliazione 54, avrà luogo una Conferenza Stampa per la presentazione del Messaggio per la 52a Giornata Mondiale della Pace sul tema La buona politica è al servizio della pace, che si celebra martedì 1° gennaio 2019.
Interverranno alla Conferenza stampa:
- Em.mo Card. Peter Kodwo Appiah Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale;
- Rev.do Mons. Bruno Marie Duffé, Segretario per il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
Martedì 18 Dicembre 2018
- Alle ore 19,30 il Vescovo Guglielmo celebra l'Eucaristia nella Chiesa Madre di Sinagra e porge gli auguri natalizi alla comunità parrocchiale ivi radunata per la Novena di Natale.
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Oggi, 17 Dicembre, la Chiesa ricorda San Giovanni de Matha |
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Scritto da Giancarlo D'Amico
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Lunedì 17 Dicembre 2018 07:02 |
Provenzale, docente di teologia a Parigi, prete a 40 anni, Giovanni de Matha lasciò la cattedra, divenendo sacerdote. Durante la sua prima messa, il 28 febbraio 1193, gli accade qualcosa di straordinario. Mentre celebrava gli comparve una visione: un Uomo dal volto radioso, che teneva per mani due uomini con catene ai piedi, l'uno nero e deforme, l'altro pallido e macilento; quest'uomo gli indicò di liberare queste povere creature incatenate per motivi di fede. Giovanni De Matha comprese immediatamente che quell'uomo era Gesù Cristo Pantocratore, che rappresentava la Trinità, e gli uomini in catene erano gli schiavi cristiani e musulmani. Capì, quindi, che sarebbe stata questa la sua missione di sacerdote: quella di liberare gli schiavi cristiani in Africa. Si ritirò in campagna per meditare sull'impresa e fondò, nel 1194, in Cerfroid, a poco meno di cento chilometri da Parigi, con quattro eremiti l'Ordine della Santissima Trinità (“Ordo Sanctae Trinitatis et redemptionis captivorum”), dall'austera regola. Ottenuta l'approvazione di Innocenzo III il 17 dicembre 1198 con la bolla Operante divinae dispositionis, partì per il Marocco. Iniziarono così i primi riscatti di schiavi. Il tema era allora molto sentito, tanto che san Pietro Nolasco fondò nel 1218, con lo stesso scopo, i Mercedari. Giovanni morì a Roma - dove il Papa gli aveva donato la chiesa di San Tommaso in Formis sul Celio -, ma nel Seicento il suo corpo venne portato a Madrid. Fu santificato nel 1666.
Auguri al Santo Padre Francesco che oggi compie 82 anni.
Dal libro della Genesi 49, 2.8-10
Non sarà tolto lo scettro da Giuda.
Rit. Venga il tuo regno di giustizia e di pace. dal salmo 71
Dal Vangelo secondo Matteo 1, 1-17
Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.
Inizia il conto alla rovescia per il Natale, vogliamo prepararci con maggiore intensità, far diventare "Betlemme" la nostra vita, perché Dio trovi spazio in noi per nascere, per rinascere. E, in questi ultimi nove giorni, leggiamo i vangeli che hanno a che fare con le profezie e la nascita del Signore a partire dalla curiosa genealogia di Matteo. Non è un albero genealogico di un nobile, e la sua finalità non è storica, ma teologica: Matteo cuce insieme la storia della salvezza, ci svela che il desiderio di Dio di salvarci proviene da lontanissimo, dall'inizio. La redenzione è la conseguenza della Creazione e della volontà di Dio di manifestarsi agli uomini. Così, nell'intreccio di persone note e di persone sconosciute, di giudei con stranieri, di uomini con donne, di santi con peccatori, si disegna il luminoso progetto di Dio che trova il suo compimento in Cristo. Cristo che è l'ultimo anello di questa catena, è pregno di tutte le luci e le ombre degli uomini e che Dio desidera assumere in pienezza. Dio non disdegna farsi uomo, non ha paura di innestarsi in una storia fatta più di ombre che di luci. Ecco: Dio desidera diventare uno di noi, davvero!
L'approssimarsi della festa del Natale ci stimola ad una preghiera più fervorosa e incessante. Supplichiamo Dio Padre, datore di ogni bene, e diciamo: Donaci, Padre, il tuo Figlio Gesù.
Padre santo, tuo Figlio è entrato nel mondo come uno dei tanti miliardi di uomini: fa' che la tua Chiesa lo indichi a tutti come l'Unico, il Salvatore e il Redentore. Preghiamo:
Padre santo, fin dai tempi antichi hai preannunciato la venuta di Cristo e hai mantenuto viva l'attesa con la Parola dei profeti: concedi al popolo ebraico, il primo destinatario della promessa, di riconoscere in Gesù il Salvatore e il Messia. Preghiamo:
Padre santo, il tuo Figlio, venendo nel mondo, si è inserito nella nostra storia di peccato e di miseria: facci capire che tutto è stato redento e che ogni avvenimento della nostra esistenza fa parte di una storia di salvezza. Preghiamo:
Padre santo, ci insegni a riconoscere in Gesù la sapienza che tutto dispone con forza e dolcezza: concedi agli scienziati, ai filosofi, ai letterati, gli artisti di lasciarsi illuminare da Cristo, la luce che viene per ogni uomo. Preghiamo:
Dio creatore e redentore, che hai rinnovato il mondo nel tuo Verbo, fatto uomo nel grembo di una Madre sempre vergine, concedi che il tuo unico Figlio, primogenito di una moltitudine di fratelli, ci unisca a sè in comunione di vita.
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LITURGIA DELLE ORE - Volume I
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Prima Lettura
Dal libro del profeta Isaia (45, 1-13)
La salvezza di Israele per mezzo di Ciro
Seconda Lettura
Dalle «Lettere» di san Leone Magno, papa (Lett. 31, 2-3; Pl 54, 791-793)
Sacramento della nostra riconciliazione
Lunedì della III settimana, ufficio della feria di Avvento con le parti proprie del 17 Dicembre.
Novena di Natale - secondo giorno
Questa settimana di preparazione imminente alla celebrazione del Natale è scandita dal canto delle grandi antifone, testi che fin dall'VII secolo gradualmente ci dischiudono alcuni tratti del Cristo che viene. Le invocazioni concise, che attingono ampiamente sia dall'Antico che dal Nuovo Testamento, offrono dei ricchi spunti per la meditazione, per la preghiera, per un concreto allenamento quotidiano sulla strada che conduce alla grotta di Betlemme.
La prima invocazione è quella della Sapienza: ci prestano la loro voce i grandi oranti dell'Antico Testamento (cf Siracide, Salomone), che invocano il Signore con questo nome così profondo da doverlo spiegare con innumerevoli aggettivi (cf Sap 7,22-8,1). La nostra attenzione oggi però viene rivolta a due aspetti in particolare: l'azione creatrice di Dio e la prudenza.
La sapienza esce dalla bocca dell'Altissimo: per mezzo della Parola Dio crea (cf Gen 1), dispone tutto in ordine, con soavità e con forza, fino ai confini del mondo. Questo ordine viene affidato alla creatura umana, perché lo coltivasse e locustodisse . È per questo che abbiamo bisogno di essere istruiti, nella sapienza, nella saggezza, nella prudenza ~ quella virtù cardinale che dispone la ragione pratica a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo (cf CCC 1806).
È quell'atteggiamento che ci aiuta a percorrere il nostro quotidiano con calma, con serenità, con tranquillità fiduciosa di coloro che camminano consapevoli che la Sapienza previene e abbraccia ogni nostra azione e ci conduce sicuri verso la pienezza della salvezza. Così come ha condotto tutti i nostri antenati nella fede, tutti i discendenti di Abramo(cf Gen 49,2; Mt 1,1-17), tutti coloro che ascoltano e accolgono la sua parola ri-creatrice.
O Sapienza dell’Altissimo,
che tutto disponi con forza e dolcezza:
vieni ad insegnarci la via della saggezza.
Noi Ti invochiamo
Perché comprendiamo con tutti i Santi il mistero del Regno al quale siamo chiamati
- Noi Ti preghiamo, Cristo Gesù ascoltaci.
Perché possiamo comprendere che in Te formiamo il popolo grande e ricco di ogni benedizione promessa al nostro padre Abramo
- Noi Ti preghiamo, Cristo Gesù ascoltaci.
Affinché tutte le famiglie della terra siano benedette in Te
- Noi Ti preghiamo, Cristo Gesù ascoltaci.
Perché tutti i popoli vengano dall'Oriente e dall'Occidente e siedano a mensa nel Regno dei Cieli
- Noi Ti preghiamo, Cristo Gesù ascoltaci.
Il tuo aiuto, Signore, ci renda perseveranti nel bene in attesa del Cristo, tuo Figlio; quando Egli verrà e busserà alla porta ci trovi vigilanti nella preghiera ed esultanti nella lode. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Impegno personale: sceglierò oggi un salmo per rivolgermi al Signore, scelto in base allo stato d'animo che sto vivendo.
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Impegno di vita
Oggi, nel mio rientro al cuore, chiedo un cuore credente, capace di vedere la presenza di Dio nella mia vita, e di sentirmi parte della genealogia di Gesù.
INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO
Perchè i beni promessi all'umanità nella persona dei patriarchi e realizzati in Gesù, siano dati oggi a tutti i popoli e costituiscano motivo di gioia e di speranza.
MESSAGGIO DEL GIORNO
«Caro cardo salutis, disse, con suggestivo gioco di parole, Tertulliano: "la carne è il cardine della salvezza». Non senza un certo stupore noi ascoltiamo queste parole che esprimono il mistero d'avvento e di Natale di questi giorni. [...]. "Nella carne" il Figlio compie l'atto centrale della salvezza e della redenzione; con la dedizione del suo corpo si realizza la sua obbedienza salvifica di fronte al Padre. La salvezza cristiana è una salvezza incarnata; non avviene "fuori" o "al di sopra" del nostro essere corporeo ma dentro, con e in definitiva, in direzione di esso». J.B. Metz
Lunedì 17 Dicembre 2018
Il Santo Padre riceve questa mattina in Udienza:
- La Sig.ra Audrey Azoulay, Direttrice Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (U.N.E.S.C.O.), e Seguito;
- Mons. Francesco Follo, Osservatore Permanente presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (U.N.E.S.C.O.);
- S.E. Mons. Jayakody Aratchige Don Anton Jayakody, Vescovo tit. di Mulli, Ausiliare di Colombo (Sri Lanka);
- Em.mo Card. Thomas Aquino Manyo Maeda, Arcivescovo di Osaka (Giappone), con il Vescovo Ausiliare, S.E. Mons. Josep María Abella Battle, C.M.F., Vescovo tit. di Malamocco; S.E. Mons. Joseph Mitsuaki Takami, P.S.S., Arcivescovo di Nagasaki, Presidente della Conferenza Episcopale del Giappone; S.E. Mons. Tarcisius Isao Kikuchi, S.V.D., Arcivescovo di Tōkyō; e il Rev.do Miguel Fumitaka Omizu, Segretario Generale della Conferenza Episcopale;
- Delegazione della Commissione Internazionale contro la Pena di Morte.
Lunedì 17 Dicembre 2018
- Alle ore 17.30 il Vescovo Guglielmo, accolto dal Parroco don Giuseppe Di Martino, durante la Novena di Natale, celebra l'Eucaristia nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù in Patti.
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Oggi, 16 Dicembre, la Chiesa celebra la Terza Domenica di Avvento «Gaudete» |
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Scritto da Giancarlo D'Amico
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Domenica 16 Dicembre 2018 07:30 |
Siamo alla terza Domenica dell'Avvento, contrassegnata con il colore rosaceo, che indica la gioia speciale dell'attesa e la bellissima prospettiva della prossimità del Signore che viene. Giovanni Battista, ancora oggi protagonista nella pagina evangelica odierna, ci rassicurava la settimana scorsa, facendo eco al profeta Isaia: "Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio" con una promessa di futura gioia e di liberazione dai vincoli del male e l'instaurazione della giustizia universale. Accanto alla promessa ci chiedeva però anche un impegno: "convertitevi; preparate la via del Signore, raddrizzate i vostri sentieri. Se da una parte Dio promette e si adopera per l'uomo, dall'altra l'uomo dev'essere altrettanto sollecito nei riguardi di Dio, quindi non può che accogliere il monito al cambiamento e alla conversione optando definitivamente per la rettitudine, la giustizia e per la pace, prerogative del Regno di Dio.
Non si può mai vivere serenamente la gioia sapendo che per altri la gioia è preclusa dall'afflizione e dallo spettro di tanti mali, e per questo non potremo mai vivere in pienezza il Natale senza aver alzato un solo dito a favore di chi soffre. L'avvento, appunto perché tempo privilegiato di interiorità e di conversione è anche tempo di carità e di condivisione, per il quale non possiamo non interessarci dei bisogni degli altri, almeno con una sola opera di carità verso i bisognosi. Destinare una parte dei nostri averi ai bisognosi con un cuore trasformato dalla misericordia, vuol dire davvero prepararsi al Natale.
Dal libro del profeta Sofonia 13, 14-18
Il Signore esulterà per te con grida di gioia.
Rit. Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele. dal salmo Is 12
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 4, 4-7
Il Signore è vicino!
Dal Vangelo secondo Luca 3, 10-18
E noi che cosa dobbiamo fare?
La gente che da Gerusalemme è scesa nei pressi di Gerico per vedere Giovanni il Battezzatore, profeta ardente di passione, resta turbata, scossa. E se avesse ragione lui? Se, sul serio, la vita non fosse quel caos inestricabile che ci dona più fatica che gioia?
"Che cosa dobbiamo fare?" è la domanda che sorge nel nostro cuore quando ci guardiamo dentro, quando lasciamo che il silenzio evidenzi, smascheri la nostra sete di felicità e di bene, quando una tragedia ci ridesta alla durezza e alla verità della vita, quando vogliamo prepararci ad un Natale che non resti solleticamento emotivo ma diventi conversione e luce e pace. Giovanni risponde in maniera dolce e sorprendente: consigli spiccioli, all'apparenza banali, ben diversi dai proclami che ci aspetteremmo, dalle scelte radicali che dovrebbe proferire: "condividete, non rubate, non siate violenti..." Tutto lì? Restiamo stupiti, un po' delusi. Giovanni ha ragione: dalle cose piccole nasce l'accoglienza. Giovanni ha ragione, fai bene ciò che sei chiamato a fare, fallo con gioia, fallo con semplicità e diventa profezia, strada pronta per accogliere il Messia. Era normale per i pubblicani rubare, normale per i soldati essere prepotenti, normale per la gente accumulare quel poco che aveva. Giovanni mostra una storia "altra": sii onesto, non essere prepotente, condividi. Diventa eroico, anche oggi, l'essere integerrimi nell'onestà sul lavoro, profetico l'essere persone miti in un mondo di squali, sconcertante il porre gesti di gratuità. Dio si fa piccolo. Nei piccoli atteggiamenti ne rintracciamo la scia luminosa. .
Tristezza, disperazione, angoscia, ansia per il domani. Sono atteggiamenti e sentimenti frequenti nella nostra vita. Spesso legittimi, ma mai giusti. Oltre che gettare ombre sulla vita, sono la prima controtestimonianza della nostra fede.
Rinnoviamo la nostra speranza pregando: Vieni Signore Gesù.
Perché la Chiesa nei momenti difficili della sua storia e nelle persecuzioni per causa del Vangelo si abbandoni con fiducia alla potenza e la fedeltà di Dio. Preghiamo.
Perché la nostra comunità continui a testimoniare con perseveranza la buona notizia della salvezza. Preghiamo.
Signore, custodisci i nostri pensieri e i nostri cuori nella tua pace. Rendici tenaci costruttori di percorsi di riconciliazione per chi incontriamo sul nostro cammino. Preghiamo.
Perché coloro che sono oppressi dalla sofferenza e tentati dalla disperazione siano toccati dal tuo annuncio di salvezza, e trovino in noi la sollecitudine capace di restituire speranza. Preghiamo.
Signore Gesù, ti ringraziamo per Giovanni Battista, precursore della tua venuta fra noi. Per spianarti la strada, ha avuto una parola schietta e diretta verso ogni categoria sociale. Non era lui il Cristo, ma il suo battesimo con acqua anticipava il tuo, con lo Spirito Santo e il fuoco, mediante il quale tutti siamo liberati dal male. Signore, si rinnovi ogni giorno in noi quel dono per vivere sempre in te. Amen.
LITURGIA DELLE ORE - Volume I
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Prima Lettura
Dal libro del profeta Isaia (29, 13-24)
Annunzio del giudizio di Dio
Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo (Disc. 293, 3; Pl 1328-1329)
Giovanni è la voce, Cristo il Verbo
III Domenica di Avvento «Gaudete», ufficio proprio. Te Deum.
Novena di Natale - primo giorno
VIENI, BAMBINO GESU’
Cristo è venuto: eppure noi l'attendiamo ancora come già gli antichi figli di Israele. Cristo è in mezzo a noi: eppure noi viviamo l'esperienza dell'esilio, «sapendo che finché abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore» (2 Cor 5,6).
Tutto il Nuovo Testamento è permeato di questa attesa del Cristo che deve venire e che sembra continuamente imminente. Ma il libro che riassume le attese di tutte le generazioni cristiane è l'Apocalisse, nei suoi ultimi passi.
Gesù verrà presto
«Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il Principio e la Fine. Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all'albero della vita e potranno entrare per le porte nella città. Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna! Io, Gesù, ho mandato il mio Angelo per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino» (Ap 22, 12-16).
Senza distinzioni e condizioni
Il mondo intero è nell'attesa e la nostra stessa preghiera deve essere protesa verso la venuta del Signore. In questo "Vieni, Bambino Gesù", la nostra preghiera dovrebbe far proprie tutte le attese, le sofferenze fisiche e morali dell'umanità che vive accanto a noi. La sua venuta è, per ciascuno di noi, una realtà viva: «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, verrò da lui, cenerò con lui ed Egli con me» (Ap 3,20). Se lasciamo entrare il Bambino, ci farà partecipi dei suoi doni e dei suoi beni; dirà una parola a ciascuno di noi.
Questa parola si rivolge a tutti, senza distinzioni e condizioni. Nonostante i nostri peccati passati, la nostra mediocrità, l'insensibilità spirituale, basta credere all'Amore. La grazia di Dio può porre rimedio a tutto.
Noi Ti invochiamo, o Bambino Gesù.
In mezzo alle angustie del tempo presente
- Noi Ti invochiamo, o Bambino Gesù.
Nella speranza di contemplare in Cielo quelle realtà in cui gli Angeli bramano fissare lo sguardo.
- Noi Ti invochiamo, o Bambino Gesù.
Per noi stessi e per quanti attendono con fiducia la Tua venuta
- Noi Ti invochiamo, o Bambino Gesù.
Per il mondo intero e per gli uomini che ancora non Ti conoscono
- Noi Ti invochiamo, o Bambino Gesù.
O Bambino Gesù, degnati di accogliere la preghiera di quanti credono e sperano in Te; vieni presto a liberarci da questo nostro esilio, e riuniscici nel Tuo regno glorioso, dove Tu vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Impegno personale: Pregherò perché in tutto il mondo creato e amato da Dio possa giungere, la luce della fede in Gesù. Mi propongo di usare misericordia verso i poveri e i piccoli, verso gli emarginati e gli esclusi.
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Impegno di vita
Oggi invocherò dallo Spirito Santo vera lucidità interiore: quel fissare Gesù-luce e gli angoli bui, le storture del mio cercare possessi affettivi e successo ad ogni costo, del mio percorrere sentieri tortuosi di prevaricazioni egoistiche, magari camuffate da apparente zelo caritativo o religioso.
INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO
Perché nella gioiosa attesa del Signore possiamo trovare sempre la forza per rinnovare noi stessi, la nostra fede e la nostra speranza.
MESSAGGIO DEL GIORNO
La gioia è preghiera, la gioia è fortezza, la gioia è amore, la gioia è una sete d'amore, con la quale voi potete arrivare alle anime. La migliore via per mostrare la nostra gratitudine a Dio e alla gente, è di accettare tutte le cose con gioia. Un cuore contento è il risultato normale di un cuore che brucia d'amore. Non lasciate entrare in voi nulla di triste che possa farvi dimenticare la gioia di Cristo. Santa Teresa di Calcutta
Domenica 16 Dicembre 2018
- Alle ore 12 Angelus recitato dal Santo Padre Francesco in Piazza San Pietro.
Domenica 16 Dicembre 2018
- Alle ore 11 il Vescovo Guglielmo, accolto dal Parroco don Angelo Costanzo, nella Chiesa di San Nicolò di Bari in Patti presiede l'Eucaristia della Terza Domenica di Avvento e amministra la Cresima ad un gruppo di giovani.
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