"Carissimi studenti..." - Messaggio di mons. Michele Pennisi, Vescovo delegato della Conferenza episcopale siciliana per la Scuola
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Scritto da Giancarlo D'Amico   
Lunedì 14 Settembre 2020 08:14
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Pubblichiamo di seguto il "Messaggio agli Studenti" di mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale e delegato della Conferenza Episcopale Siciliana per l'Educazione cattolica, la Scuola e l'Università, in occasione dell’inizio dell'anno scolastico 2020/2021.

Carissimi studenti e studentesse, l’inizio del nuovo anno scolastico mai come questa volta porta con sé un carico inquietante di interrogativi. Come faremo? Come sarà? Riusciremo a conciliare il diritto alla salute con il diritto allo studio? Sono interrogativi gravi che sintetizzano il dramma del tempo che stiamo vivendo da diversi mesi. La pandemia da Covid-19 ha cambiato le nostre vite, modificando le nostre abitudini. L’altro, anche il mio compagno di classe, può costituire un pericolo per la mia salute, così come io posso rappresentarlo per lui. L’attenzione ad evitare i possibili contagi ha modificato il nostro sguardo sul prossimo e su noi stessi.

Certamente è doveroso porre in atto tutte le misure prudenziali che ci vengono suggerite dalle autorità competenti. Costituisce un atto di amore verso il prossimo e verso noi stessi attenerci alle indicazioni che gli esperti ed i rappresentanti delle Istituzioni danno per la salute pubblica e di ciascuno. Tuttavia non dobbiamo permettere al Covid-19 di rubarci la bellezza e la spontaneità delle nostre relazioni.

Non rassegniamoci a guardare all’altro come ad un possibile untore! L’altro, il mio prossimo, non è un inferno, come scriveva lo scrittore esistenzialista Jean-Paul Sartre. Anche perché, come osservava giustamente Andrea Camilleri: “Non bisogna mai avere paura dell’altro perché tu rispetto all’altro sei l’altro”.

Al contrario l’altro, chiunque altro, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,di condizioni personali e sociali” (art. 3 della Costituzione italiana), è una ricchezza e un dono e merita sempre accoglienza, rispetto, amore. Nell’altro, sia il nostro vicino sia il povero sconosciuto, noi cristiani riconosciamo il volto stesso di Cristo.

Carissimi ragazzi e ragazze, come più volte ci ha ricordato papa Francesco, non lasciatevi rubare la speranza.La scuola, luogo di relazioni e di cultura dove si gioca il vostro futuro, custode del desiderio di felicità che abita nel vostro cuore, palestra di umanità che vi aiuta ad affrontare la realtà anche più drammatica, insegni alla società tutta che nessun virus può e deve sporcare il nostro sguardo sull’altro e su noi stessi.

“La cultura è ciò per cui l’uomo in quanto uomo diventa più uomo” (San Giovanni Paolo II). Il mio augurio all’inizio di quest’anno è che ciascuno di voi porti il contagio della speranza e di una rinnovata umanizzazione alla nostra società confusa e diffidente.

Vi benedico tutti insieme alle vostre famiglie, ai vostri amici, ai vostri insegnanti e al personale della scuola che è al vostro servizio.

“PORTATE IL CONTAGIO DELLA SPERANZA E DI UNA RINNOVATA UMANIZZAZIONE”