Giornata di commemorazione a Palermo per i 33 anni dalle stragi mafiose di Capaci e via D'Amelio.
A Capaci,sull'autostrada che collega l'aeroporto con Palermo, il 23 maggio del 1992 morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
In via D'Amelio a Palermo, 56 giorni dopo, il 19 luglio, vennero uccisi Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Le commemorazioni sono iniziate, come di consueto, con la deposizione di una corona d’alloro presso la Stele di Capaci, il monumento ai caduti posto sull'autostrada A29, nel tratto tra l'aeroporto di Palermo e la città che fu polverizzato da 500 chilogrammi di Tritolo. La corona è stata deposta dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, accompagnato dal capo della Polizia, Vittorio Pisani, dal prefetto Massimo Mariani e dal questore di Palermo, Vito Calvino.
Successivamente, in un evento in diretta su Rai1, a palazzo Jung sarà inaugurato il “Museo del presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”, un percorso multimediale che ripercorre la vita e l'opera dei due magistrati, con particolare attenzione al loro impegno nella lotta alla mafia.
Il Museo è uno spazio riservato alla cultura della legalità e alla lotta a tutte le Mafie, dove verranno ospitate opere teatrali e laboratori per bambini, dove si potrà passare del tempo immersi nel ricordo di chi sacrificò la propria vita in nome della libertà e della giustizia.
Le celebrazioni proseguiranno, nella seconda parte della mattinata, all’interno della caserma Lungaro, sede del Reparto scorte di Palermo, dove il ministro Piantedosi insieme al prefetto Pisani deporranno una corona d’alloro sotto la lapide dedicata alle vittime delle Stragi che ricorda, oltre a quelle di Capaci, anche il giudice Paolo Borsellino e i cinque poliziotti di scorta, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina, Agostino Catalano, Claudio Traina ed Emanuela Loi, uccisi nell’attentato del 19 luglio 1992 a Palermo.
Le note del Silenzio eseguite da un trombettiere della Polizia di Stato accompagneranno il momenti solenne.
Prima di lasciare Palermo il Ministro dell’Interno e il Capo della Polizia incontreranno, infine, i familiari delle vittime per un momento di cordoglio e ricordo.
Presso il Giardino della memoria, sotto la stele di Capaci, l’associazione “Quarto Savona 15” ha organizzato, invece, una giornata di iniziative per gli studenti, con attività ludiche e laboratori artistici, per sensibilizzare i più giovani alla cultura della legalità. Nel pomeriggio, qui, il pubblico assisterà a spettacoli teatrali, rappresentazioni artistiche e visiterà la mostra fotografica “Macelleria Palermo” .
Alle 17,58, ora in cui avvenne la strage di Capaci, un minuto di raccoglimento precederà l’esecuzione del Silenzio da parte di un trombettiere della Polizia di Stato, in ricordo del sacrificio di tutte le vittime della Strage
Come non ricordare anche un passaggio della vibrante omelia pronunciata dal Cardinale Salvatore Pappalardo ai funerali del giudice assassinato: "E' motivo di particolare sgomento l'aver appreso che il giudice Falcone si muoveva in via e con mezzi che dovevano rimanere coperti dal più sicuro riserbo. Chi li conosceva? Chi li ha rivelati ai nemici del giudice, mandanti ed esecutori, che hanno potuto agire con tanta decisione e precisione? La pubblica opinione ne è sconvolta e, additando le vittime della immane strage, chiede che si scoprano, dovunque e chiunque essi siano, i responsabili della feroce soppressione della loro vita. Lo Stato non può mancare a questo dovere".
A chiusura dell'omelia, è quasi una scomunica quella pronunciata dall'arcivescovo di Palermo nei confronti degli "operatori nefasti di tanti delitti. " Possiamo annoverarli ai veri cristiani o non sono da ritenere piuttosto come facenti parte della sinagoga di Satana? Ricordino comunque che, se la loro vita è un' aperta sfida non soltanto alla legge degli uomini, ma anche ai comandamenti di Dio, dovranno rendere conto a lui delle loro scelleratezze. Non si illudano: Dio non può essere irriso. Le potenze dell' inferno non prevaranno. La nostra fede ci sostiene anche nel dolore". |