Era nato verso il 1030 nella diocesi di Cracovia, a Szczepanowo, in Polonia, da genitori non agiati. Compiuti i primi studi presso i benedettini di Cracovia, li poté perfezionare in Belgio, nel celebre studentato di Liegi. Tornato in patria, si distinse per il suo zelo pastorale e per le benefiche iniziative portate avanti con carità e intelligenza. Ordinato sacerdote successe poi al vescovo di Cracovia, Lamberto, nel 1071. Governò da buon pastore la sua Chiesa, aiutò i poveri, visitò ogni anno i suoi sacerdoti. Fu fatto uccidere nel 1097 dal re Boleslao, che egli aveva rimproverato. Due anni più tardi il corpo di Stanislao fu trasportato a Cracovia e seppellito prima in mezzo alla chiesa della fortezza e poi nella cattedrale (1088). San Gregorio VII (+1085) lanciò l'interdetto sul regno di Polonia, scomunicò Boleslao II e lo dichiarò decaduto dalla dignità regale. Il principe, perseguitato esternamente dalla riprovazione dei sudditi, straziato internamente dal rimorso dei crimini commessi, cercò rifugio presso Ladislao I (+1095), re d'Ungheria, che lo accolse con bontà. Il pentimento non tardò ad impossessarsi del suo animo e allora intraprese un pellegrinaggio a Roma per implorare dal papa l'assoluzione dalle censure. Giunto ad Ossiach, nella Carinzia, la grazia lo spinse ad andare a bussare alla porta del monastero dei benedettini e chiedere di potervi passare il restante della vita come un fratello laico. Vi rimase sconosciuto fino alla morte (+1081) dedito alla penitenza e ai lavori più umili. Venerato dai Polacchi fin dal giorno del suo martirio, Santo Stanislao venne canonizzato da Innocenzo IV nel 1253 nella basilica di San Francesco ad Assisi, e da allora gode di un culto assai diffuso in Europa e in America. Sulla sua tomba avvennero dei prodigi, tra cui la risurrezione di tre morti.
A Roma Stazione quaresimale nella Chiesa di Santo Stefano Rotondo al Celio.
Dal libro del profeta Geremia 20, 10-13
Il Signore è al mio fianco come un prode valoroso.
Rit. Nell’angoscia t’invoco: salvami, Signore. dal salmo 17
Dal Vangelo secondo Giovanni 10, 31-42
Cercavano di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.

Hanno capito benissimo i suoi avversari, è evidente: Gesù pretende di essere il Figlio di Dio. In un ultimo, timido tentativo di difendersi, il Maestro cita la Scrittura. Ma non serve a nulla, la tensione è alle stelle, l'ostilità nei suoi confronti ha raggiunto il culmine, non bastano neppure i segni, le buone opere che Gesù usa per avvallare la sua pretesa, neppure quelli ora lo possono salvare: il Signore ha superato ogni limite. E continua a farlo, continua a superare questo limite anche con noi. Povera Chiesa fatta da poveri discepoli! Che faticaccia seguire un Maestro così che continuamente scardina, stupisce, provoca, educa, accompagna. L'ostilità dei giudei verso Gesù (non tutti, ricordiamoci che tutti i discepoli erano giudei!) affonda paradossalmente le sue radici nella fedeltà del popolo alla Legge di Dio. Non facciamo così anche noi? Senza porci troppi problemi preferiamo, talora, conservare quanto ci è stato dato e detto senza aggiungere inutili complicazioni. Gesù, che non è venuto a togliere una virgola alla legge ma che - al contrario - vuole riportarla alla sua origine, farla ritornare alla sua pienezza, ci invita ad accogliere continuamente la sua volontà. Che Dio non voglia che ripetiamo gli stessi errori che commisero i nostri fratelli ebrei, confondendo la fedeltà alla Parola con la chiusura alle nuove Parole che il Signore rivolge al cuore del suo popolo.
A Dio, roccia e liberatore del suo popolo, Padre di provvidenza e amico degli uomini, ricorriamo con fede, e insieme diciamo:
Ricolmaci, o Dio, della tua speranza!
Signore, in questo terzo millennio, la vita nuova di Cristo non ha ancora pervaso le culture e conquistato tutti i cuori. Perciò ti preghiamo:
Signore, i cristiani si mostrano, a volte, tiepidi testimoni del vangelo e la meta del regno appare ancora molto lontana. Perciò ti preghiamo:
Signore, molte ingiustizie e violenze rendono inquieta la famiglia umana e sembra che gli sforzi di pacificarla non diano frutti duraturi. Perciò ti preghiamo:
Signore, spesso ci manca il coraggio di prendere le difese di chi è perseguitato, stimato un niente e messo a tacere con la violenza. Perciò ti preghiamo:
Signore, a volte ci sembra che le prove della vita siano superiori alle nostre forze e perdiamo il contatto con te. Perciò ti preghiamo:
O Dio, che al santo vescovo Stanislao hai dato la grazia di concludere con il martirio il suo servizio pastorale, concedi anche a noi, che lo veneriamo come intercessore, di perseverare, forti nella fede, per tutti i giorni della nostra vita.
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LITURGIA DELLE ORE - Volume II
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Prima Lettura
Dalla lettera agli Ebrei
(7, 11-28)
Il sacerdozio di Cristo
Seconda Lettura
Dal trattato «Sulla fede a Pietro» di san Fulgenzio di Ruspe, vescovo (Cap. 22, 62; CCL 91a, 726. 750-751)
La Chiesa, sacramento visibile di unità
Venerdì della I settimana, ufficio della feria del tempo di Quaresima.
Impegno di vita
Oggi pregherò per quelli che non trovano più nessun senso alla propria vita, che sono nella disperazione e aspettano solo un gesto d'amore e di sincera compassione.
INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO
Per i fratelli delle altre religioni, perchè possano riconoscere nel Cristo il Messia tanto atteso e riscoprire il Dio dell'alleanza come il Padre misericordioso che attende tutti i suoi figli.
MESSAGGIO DEL GIORNO
Dobbiamo essere un lievito nella pasta, mescolato ad essa così intimamente da fare un tutt'uno e da essere incorporate semplicissimamente... con il sorriso, con l'unico scopo di testimoniare l'amore. Un'anima che irradia è sufficiente per accendere un braciere. Magdaleine di Gesù
VIA CRUCIS
Venerdì 11 Aprile

Oggi ripercorriamo il cammino della passione del Signore con il pio esercizio della
Via della Croce
(Per la meditazione delle singole stazioni clicca sull'immagine sopra riportata).
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