In occasione del quinto anniversario dell'inaugurazione della nuova sede del nostro giornale vogliamo condividere con i nostri affezionati lettori un Messaggio che il compianto avvocato Eugenio Mannino (morto il 24 Novembre 2014) ci scrisse il 27 Novembre 1995, cinque anni dopo la fondazione del giornale «In Cammino»:
Si sentiva proprio il bisogno di un giornale che, calandosi nelle problematiche locali, sapesse sposare l’equilibrio, la serenità e l’obiettività intellettuale alla giusta dose di grinta che deve sempre caratterizzare una stampa che aspiri ad essere, oltre che ad apparire, veramente libera.
Ed i primi passi della nuova testata sembrano muoversi in questa direzione.
Patti, città che da sempre si vanta di essere stata punto di riferimento non solo geografico ma anche intellettuale di un vasto hinterland, aveva bisogno di darsi una voce, di farci conoscere il suo pensiero sulle mille problematiche che condizionano lo sviluppo sociale ed economico di tutta la zona.
Felice, quanto mai, è poi la scelta del titolo del nuovo mensile: «In Cammino». Esso è sinonimo di un impegno comune volto al raggiungimento di un’unica meta; ma è, insieme, volontà di coinvolgere in quest’iter tutta la comunità, in uno sforzo di miglioramento perseguibile solo con il concorso delle energie più vitali.
Sotto questo profilo è auspicabile che la nuova testata si apra, senza preclusioni, al contributo di tutti coloro i quali ritengono di poter determinare, con le proprie idee, migliori condizioni di vita.
Ma la vera forza di un giornale che voglia raccogliere il consenso di tutti i cittadini, risiede nella sua capacità di contraddirsi. Sembrerebbe un assurdo, ma è la verità: guai, infatti, a quella stampa che si innamora tanto delle proprie idee fino a farsene un’ossessione; guai a quella stampa che non è disponibile a rivedere giudizi, riconsiderare precedenti valutazioni alla luce di fatti nuovi o più corrette interpretazioni degli eventi. Essere disponibili ad affermare l’opposto di ciò che si è sostenuto non vuol dire essere incoerenti ma avere l’umiltà propria del vero cristiano di riconoscere di avere sbagliato e per ciò stesso di avere l’obbligo morale più che giuridico, di rettificare, orientando l’opinione pubblica verso il raggiungimento della verità.
Ad un giornale che così si orienti, che questa unica finalità persegua, non potrà mancare il consenso affettuoso e disinteressato di tutta la collettività.
Sono più che fiducioso che «In Cammino», al quale auguro lunga e serena esistenza, per l’ispirazione cattolica che lo contraddistingue saprà, autorevolmente e con credibilità, collocarsi nel panorama, spesso nebuloso, della editoria giornalistica del XX secolo.