NOTIZIE DI ATTUALITA'
Oggi, 27 Gennaio, la Chiesa celebra la memoria di Sant'Angela Merici PDF Stampa
Scritto da Giancarlo D'Amico   
Lunedì 27 Gennaio 2025 07:30

Angela Merici fondò nel 1535 la Compagnia di Sant'Orsola, congregazione le cui suore sono ovunque note come Orsoline. Le sua idea di aprire scuole per le ragazze era rivoluzionaria per un'epoca in cui l'educazione era privilegio quasi solo maschile. Nata nel 1474 a Desenzano del Garda (Brescia) in una povera famiglia contadina, entrò giovanissima tra le Terziarie francescane. Rimasta orfana di entrambi i genitori a 15 anni, partì per la Terra Santa. Qui avvenne un fatto insolito. Giunta per vedere i luoghi di Gesù, rimase colpita da cecità temporanea. Dentro di sé, però, vide una luce e una scala che saliva in cielo, dove la attendevano schiere di fanciulle. Capì allora la sua missione. Tornata in patria, diede vita alla nuova congregazione, le cui prime aderenti vestivano come le altre ragazze di campagna. La regola venne stampata dopo la morte, avvenuta a Brescia il 27 gennaio del 1540. È santa dal 1807.

Oggi è la Giornata della Memoria della Shoà; la Parola di Dio ascoltata, sia per tutti, ebrei, cristiani, islamici e di altre religiosi occasione favorevole per favorire la pace e l'accoglienza reciproca, senza discriminazioni o assurde concezioni di superiorità di una razza rispetto all'altra o di una persona rispetto ad un'altra che hanno portato nel corso della storia a stermini, guerre e violenze di ogni genere, da rifiutare, contrastare e debellare sempre.
 

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Prima lettura

Dalla lettera agli Ebrei         9, 15.24.28

Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta a coloro che l’aspettano.

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Salmo responsoriale

Rit. Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.            dal salmo 97  

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Vangelo

Dal Vangelo secondo Marco              3, 22-30

Satana è finito.  

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Meditiamo insieme

Quanto inchiostro ha fatto versare questo brano! Siamo tutti rassicurati dal fatto che il Dio di Gesù perdona tutti i peccati! Che bello avere a che fare con un Dio che vuole la salvezza di ogni uomo, che non gode della morte del peccatore ma che lo libera e lo innalza! Eccetto in un caso: la bestemmia contro lo Spirito Santo. Ma che significa? La chiave di lettura di Marco ci aiuta: Gesù è accusato di essere indemoniato, di parlare in nome del divisore. Lo accusano perché dice cose nuove, perché destabilizza, perché mette in luce le contraddizioni di una pratica religiosa esteriore e vuota, fatta di leggi e prescrizioni che, invece di avvicinare a Dio, fanno fuggire ogni discepolo! Piuttosto di mettersi in discussione, alcuni farisei lo accusano, senza argomentare, di essere un indemoniato e di guarire gli indemoniati in nome del demonio. Sciocchezza gigantesca che Gesù, con somma pazienza, smonta con un ragionamento. Che non serve. L'ostinazione di chi non vuole credere è quasi invincibile, è dura e insormontabile. Eccolo, a mio avviso, il peccato contro lo Spirito. Apre le menti, lo Spirito, scombina i piani, illumina le tenebre. Ma, per farlo, bisogna accoglierlo. 

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Preghiamo insieme

Con la certezza che la Chiesa e il mondo sono guidati dallo Spirito, chiediamo al Padre di ogni bene di aprire il nostro cuore alla sua azione santificante. Diciamo insieme: Donaci il tuo Spirito, Signore.


Per amare il Cristo presente nella Chiesa e nel mondo:
Per riconoscere Gesù che si manifesta nel volto d'ogni uomo:
Per valorizzare ogni cosa buona compiuta dal fratello:
Per cancellare ogni divisione e discordia:
Per costruire un mondo più santo e giusto:
Per riconciliare e sanare tutto ciò che è ferito dal peccato:
Per accogliere il diverso nelle nostre comunità e assemblee:
Per non ferire gli altri con i nostri giudizi sbrigativi:
Per aiutare a far fiorire ciò che è appena nato:
Per avere fiducia nel nuovo che già è presente:
Per celebrare con fede il mistero del Cristo morto e risorto:
Per rivivere il battesimo che ha cancellato in noi ogni male:
Per lottare con costanza contro il peccato e i germi di morte:
Per collaborare onestamente con chi giuda la nostra società:
Per non cadere nella tentazione della disperazione e del disfattismo:
Per amare tutte le cose belle, immagine del tuo volto:
 


O Dio, padre misericordioso, che in sant'Angela Merici hai dato alla tua Chiesa un modello di carità sapiente e coraggiosa, fa' che per il suo esempio e la sua intercessione possiamo comprendere e testimoniare la forza rinnovatrice del Vangelo. 

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LITURGIA DELLE ORE - Volume III

 Prima Lettura

Dal libro del Deuteronomio   (24, 1 - 25, 4)

I doveri verso il prossimo 

Seconda Lettura

Dal «Testamento spirituale» di sant'Angela Merici, vergine  

Trattiamo con soavità come Dio

Lunedì della III settimana, ufficio della memoria dal Comune delle sante educatrici. 

 

Impegno di vita

Individuo una dimensione della mia vita in cui vivo "secondo la mia volontà" e provo a chiedermi come il Signore si aspetta che io agisca in quella precisa situazione.

 

INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO 

 

Per chi è tentato dalla scoraggiamento e si sente oppresso dalla fatica, perchè per intercessione di sant'Angela Merici, donna dal cuore grande, incontri cuori fraterni, disposti all'aiuto concreto e al conforto solidale.

 

MESSAGGIO DEL GIORNO

In un luogo come questo vengono meno le parole, in fondo può restare soltanto uno sbigottito silenzio – un silenzio che è un interiore grido verso Dio: Perché, Signore, hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto questo? È in questo atteggiamento di silenzio che ci inchiniamo profondamente nel nostro intimo davanti alla innumerevole schiera di coloro che qui hanno sofferto e sono stati messi a morte; questo silenzio, tuttavia, diventa poi domanda ad alta voce di perdono e di riconciliazione, un grido al Dio vivente di non permettere mai più una simile cosa. dal Discorso di Papa Benedetto XVI al campo di Auschwitz-Birkenau, 28 maggio 2006

 

 

 

Lunedì 27 Gennaio 2025

 

Il Santo Padre Francesco riceve questa mattina in Udienza:

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Lunedì 27 Gennaio 2025

Il Vescovo Guglielmo continua la Visita Pastorale a San Salvatore di Fitalia con il seguente programma:

- Ore 10.00: Visita alle Scuole dell'Infanzia, Primarie e Secondarie;

- Ore 11.30: Visita alle Aziende;

- Ore 16.00: Visita ad alcuni ammalati;

- Ore 18.00: Celebrazione Eucaristica nella Chiesa di Santa Maria;

- Ore 19.00: Incontro con gli Operatori Pastorali. 

Oggi, 26 Gennaio, la Chiesa celebra la Terza Domenica del tempo ordinario PDF Stampa
Scritto da Giancarlo D'Amico   
Domenica 26 Gennaio 2025 07:45

La terza domenica del tempo ordinario pone al centro della nostra riflessione Gesù Cristo impegnato a portare la speranza nel cuore degli uomini, a dare il conforto, a risollevare i deboli e i bisognosi, a venire incontro alle varie necessità umane e spirituali delle persone che egli incontra lungo il suo itinerario missionario. E' il Dio vicino alle sofferenze dell'uomo e che non abbandona l'uomo nella sua condizione di bisogno, di malattia e solitudine, né lo lascia nella sua condizione di peccatore. Egli viene a proclamare l'anno giubilare, l'anno della misericordia di Dio e quanti vogliono accogliere questo messaggio di liberazione sperimentano la gioia di un incontro nell'amore e del perdono.

Oggi si celebra la "Domenica della Parola di Dio". "Le comunità troveranno il modo per vivere questa Domenica come un giorno solenne. Sarà importante, comunque, che nella Celebrazione Eucaristica si possa intronizzare il testo sacro, così da rendere evidente all’assemblea il valore normativo che la Parola di Dio possiede. In questa domenica, in modo particolare, sarà utile evidenziare la sua proclamazione e adattare l’omelia per mettere in risalto il servizio che si rende alla Parola del Signore"; questo un passo della Aperuit illis, la Lettera in forma di motu proprio del 30 settembre 2019 con cui papa Francesco istituiva la Domenica della Parola di Dio, fissandola per la terza domenica del tempo ordinario, quindi quest'anno oggi, 26 gennaio.  

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Prima lettura

Dal libro di Neemìa         8,2-4.5-6.8-10

Leggevano il libro della legge e ne spiegavano il senso.

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Salmo responsoriale

Rit. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.             dal salmo 12

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Seconda lettura

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi         12, 12-30

Voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. 

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Vangelo

Dal Vangelo secondo Luca              1,1-4; 4,14-21

Oggi si è compiuta questa Scrittura.

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Meditiamo insieme

 

Luca ha a cuore la sua serietà di storico, ci tiene a confermare la fede in cui è rimasto coinvolto: non sono favole quelle in cui ha creduto, né pie elucubrazioni. Ha dato del tempo, Luca, a questa ricerca e ci tiene a precisarlo.  Viviamo brutti tempi: il vangelo è e resta uno splendido esempio di libro religioso, Gesù è una figura ammirevole, ma tutto si confonde: morale, favola, dottrina... Luca scuoterebbe la testa, invitandoci a prendere più sul serio la nostra fede, a dedicare del tempo alla nostra preparazione, a renderci conto che la fede va nutrita, informata, capita, indagata. E invece no: le quattro nozioni imparate di malavoglia al catechismo sono, spesso, l'unico approccio al cristianesimo che abbiamo conosciuto. Siamo seri: il problema è la nostra pigrizia, la nostra superficialità, (se vuoi) il problema è la dimenticanza: non ci importa della nostra interiorità, non investiamo perché in fondo non ci crediamo. Smettiamola di giocare a fare gli atei, non nascondiamo la nostra mediocrità dietro una pretesa culturale poco seria e documentata, portiamo rispetto per coloro che, davvero, hanno cercato e studiato e indagato. Mondo impigrito, il nostro, che demanda a pochi l'analisi e la ricerca intorno alla nostra felicità per poi farci ripetere a memoria un riassunto delle conclusioni masticate dai tuttologi di turno! Vuoi veramente cercare la fede? Indaga. Cerchi davvero Dio? Informati. Vuoi davvero dare senso alla tua vita? Fidati. Sì perché - ci ricorda Luca - la fede nasce dalla testimonianza di chi ha visto e creduto.  

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Preghiamo insieme

 

Sulla parola di Dio ascoltata formuliamo le nostre intenzioni di preghiera chiedendo soprattutto che la buona notizia del Vangelo raggiunga le nostre menti e i nostri cuori e trasformi la vita dell'umanità intera. Diciamo con fede: Ascoltaci, o Signore.

Per la Chiesa: perché si senta comunità che Dio costruisce, non annunci se stessa, ma l'opera del suo Signore, preghiamo.

 

Per i nostri governanti, perché illuminati dallo Spirito Santo vincano le tentazioni del potere per cercare il bene comune, preghiamo.

Per i sacerdoti, catechisti, biblisti e teologi: perché dallo Spirito Santo abbiano il dono di spiegare la parola di Dio agli uomini e alle donne del nostro tempo, preghiamo.

Per noi qui presenti: perché la nostra comunità cresca nell'unica fede e ne diano una testimonianza forte e sincera, preghiamo. Intenzioni della comunità locale. 

 

Signore, vorremmo veder realizzate le nostre speranze ponendoci in relazione con Te e accogliendoti in noi. Guardaci con benevolenza, affinché liberati dai nostri peccati, nell'esperienza del tuo amore, ci apriamo al prossimo. Nell'incontro con Te celebriamo la Parola, attualizzandola nella nostra vita.  

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LITURGIA DELLE ORE - Volume III

 Prima Lettura

Dal libro del Deuteronomio   (18, 1-22)

I leviti. I veri e i falsi profeti

Seconda Lettura

Dalla Costituzione «Sacrosantum Concilium» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla sacra Liturgia   (Nn. 7-8. 106)

Cristo è sempre presente nella sua Chiesa

Domenica della III settimana, ufficio della III Domenica del tempo ordinario; Te Deum. Antifone al Benedictus e al Magnificat anno C.

 

Impegno di vita

Luca scrive a Teofilo, nome che significa amato da Dio e amante di Dio. Anche io sono "teo-filo", amato per riamare. Il Vangelo di Luca è quindi indirizzato anche a me che voglio diventare adulto nella fede, nel senso di consapevole e responsabile. Teofilo è un nome greco: il Vangelo è per tutti, giudei o greci, perché in ognuno c'è la presenza di Dio. Anche in me...

 

INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO 

Per i Lettori delle nostre assemblee liturgiche, perché nell'esercizio del loro ministero, trovino nella Parola di Dio la luce per una sincera testimonianza.

 

MESSAGGIO DEL GIORNO

 

Dio non ha parlato soltanto allora nelle assemblee giudee, ma anche oggi parla in questa nostra assemblea [...]. E come desidererei che anche di essa si potesse dire: «gli occhi di tutti erano fissi in lui» [...]. Non gli occhi del corpo ma quelli dell'anima, rivolti a guardare Gesù! Origene 

 


 

 

 Domenica 26 Gennaio 2025

 

- Alle ore 9.30, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Francesco presiede la Santa Messa in occasione della Domenica della Parola di Dio e del Giubileo del Mondo della Comunicazione; dopo l'omelia il Papa conferisce il ministero di Lettori a uomini e donne provenienti da diverse parti del mondo.

- Alle ore 12 il Santo Padre Francesco recita l'Angelus dalla finestra del Palazzo Apostolico.

 

 

Domenica 26 Gennaio 2025


- In mattinata presso il «Palafantozzi» di Capo d'Orlando il Vescovo Guglielmo partecipa all'annuale "Festa della Pace" promossa dall'Azione Cattolica Ragazzi e presiede l'Eucaristia domenicale.

Nel pomeriggio il Vescovo Guglielmo inizia la Visita Pastorale a San Salvatore di Fitalia con il seguente programma:

- Ore 17.30: Cerimonia di Accoglienza in piazza Mattarella;

- Ore 18.00: Celebrazione Eucaristica di apertura nella Chiesa del Santissimo Salvatore;

- Ore 19.00: Incontro con le Associazioni Fitalesi. 

Oggi, 25 Gennaio, la Chiesa celebra la festa della Conversione di San Paolo, Apostolo PDF Stampa
Scritto da Giancarlo D'Amico   
Sabato 25 Gennaio 2025 08:14

 

La conversione di Paolo che siamo chiamati a celebrare e a vivere, esprime la potenza della grazia che sovrabbonda dove abbonda il peccato. La svolta decisiva della sua vita si compie sulla via di Damasco, dive egli scopre il mistero della passione di Cristo che si rinnova nelle sue membra. Egli stesso perseguitato per Cristo dirà: ‘Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa’. Questa celebrazione, già presente in Italia nel sec. VIII, entrò nel calendario Romano sul finire del sec. X. Conclude in modo significativo la settimana dell’unità dei cristiani, ricordando che non c’è vero ecumenismo senza conversione. Chiediamo al Signore oggi, per intercessione di san Paolo, che la nostra vita sia Vangelo e che il Vangelo sia tutta la nostra vita. Attraverso di noi il mondo possa incontrare Gesù e sperimentare quella dolcezza di cui ha terribilmente bisogno, oggi più che mai.

 

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Prima lettura

Dagli Atti degli Apostoli         22, 3-16

Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il nome di Gesù. 

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Salmo responsoriale

Rit. Andate  in tutto il mondo e proclamate il vangelo.            dal salmo 116  

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Vangelo

Dal Vangelo secondo Marco              16, 15-18

Andate  in tutto il mondo e proclamate il vangelo. 

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Meditiamo insieme

 Paolo è l'unico santo di cui ricordiamo la conversione. Un evento così importane, che ha cambiato il corso della storia del cristianesimo, da meritare di essere posto all'attenzione di tutti i discepoli. Un bel monito alla conversione! Paolo il gigante, Paolo l'apostolo che ha dovuto lottare per essere accettato dal gruppo dei Dodici, Paolo il fuoco che ha spalancato i cancelli in cui si stava chiudendo il cristianesimo, Paolo il missionario che percorre migliaia di chilometri per annunciare il Regno, Paolo che tiene i contatti con le proprie comunità attraverso lettere dense e pregnanti. Tutto è iniziato qui, oggi, in quel viaggio verso Damasco in cui Gesù ha deciso di prendersi Saulo il persecutore zelante. È dovuto cadere in terra, mangiare la polvere il fariseo rabbioso per riconoscere il Nazareno. Ha dovuto assaporare la cecità del proprio fanatismo per spalancare lo sguardo alla verità del Figlio di Dio. Ha dovuto affidarsi al pavido Anania per ritrovare la luce del cuore e degli occhi. Ogni volta che leggiamo Paolo alla domenica (che fatica!) dovremmo ricordarci dell'essenziale: Paolo è tale perché si è scontrato con Cristo, Paolo è tale perché innamorato, folgorato, strappato dalla passione per il Nazareno. Come noi Paolo non ha incontrato Gesù nella carne, come noi ha dovuto lottare con e per la Chiesa, si è confrontato, ha dibattuto, si è dibattuto nella scoperta (lui il primo!) delle dinamiche interiori dello Spirito. Lode al Signore per avere chiamato Saulo ad essere apostolo. Chiediamo al Rabbì la conversione del cuore, affinché, come Paolo, possiamo dire un giorno: "Per me vivere è Cristo".  

 

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Preghiamo insieme

 

 

La festa della conversione di san Paolo ci testimonia delle meraviglie che la grazia di Dio può compiere. Oggi pregheremo Dio Padre, perché la Chiesa e il mondo si aprano sempre più alle esigenze del vangelo. Diciamo insieme: Signore, rivelaci il volto del tuo Figlio.

O Signore, la tua Chiesa è sparsa nel mondo come i chicchi di grano nel campo: sia essa unita come unico pane nell'amore di Cristo. Preghiamo:

O Signore, anche oggi il mondo ha bisogno del vangelo: la luce di Cristo e la forza dello Spirito Santo suscitino e afferrino nuovi apostoli delle genti. Preghiamo:

O Signore, molte persone hanno fame e sete di te: i poveri di fede, di speranza e di carità trovino nelle nostre comunità lo spirito di accoglienza e di rinnovamento. Preghiamo:

O Signore, molti nostri vicini non ti conoscono e non ti amano: donaci nuovo entusiasmo per accostarli con semplicità e misericordia. Preghiamo:

O Signore, il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te: aiutaci a vivere intensamente il desiderio di conversione. Preghiamo:

O Dio, che hai illuminato tutte le genti con la parola dell’apostolo Paolo, concedi anche a noi, che oggi ricordiamo la sua conversione, di essere testimoni della tua verità e di camminare sempre nella via del Vangelo.
 

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LITURGIA DELLE ORE - Volume III

 

 Prima Lettura

Dalla lettera ai Galati di san Paolo, apostolo   (1, 11-24)

Rivelò a me il suo Figlio perchè lo annunciassi

Seconda Lettura

Dalle «Omelie» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
   (Om. 2, Panegirico di san Paolo, apostolo; PG 50, 477-480)

Paolo sopportò ogni cosa per amore del Cristo

Ufficio della festa (fino all'Ora Nona) con parti proprie. Te Deum. All'Ora media antifona propria con i salmi del sabato della II settimana. Primi Vespri della III Domenica del tempo ordinario, antifona al Magnificat anno C.

 

Impegno di vita

Oggi cercherò di vivere la mia vita con pieno senso di testimonianza. Mi sforzerò specialmente di essere coerente con l'amore di Dio, di fronte a chi non condivide gli insegnamenti di Cristo.

 

INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO 

 

Per un costruttivo dialogo tra cristiani di diverse confessioni, perchè, illuminato da reciproca conoscenza, sia sempre più ispirato a stima e fiducia nella ricerca sincera dell'unità in Cristo Salvatore e perchè coloro che si ostinano nell'errore sperimentino la loro via di Damasco e riconoscano la potenza salvifica del Cristo Risorto.

 

 

MESSAGGIO DEL GIORNO

L'Apostolo Paolo, del quale quest’oggi celebriamo solennemente la Festa della Conversione, prima che gli apparisse il Risorto sulla via di Damasco dicendogli: "Io sono Gesù, che tu perseguiti!" (At 9,5), era uno tra i più accaniti avversari delle prime comunità cristiane. Dopo la sua conversione fu ammesso, non solo come membro della Chiesa, ma anche come predicatore del Vangelo assieme agli altri Apostoli, avendo ricevuto, come loro, la manifestazione del Signore Risorto e la chiamata speciale ad essere "strumento eletto" per portare il suo nome dinanzi ai popoli. Benedetto XVI

 

 

 

Sabato 25 Gennaio 202

 

Il Santo Padre Francesco riceve questa mattina in Udienza:

- Em.mo Card. Robert Francis Prevost, O.S.A., Prefetto del Dicastero per i Vescovi;

- S.E. il Signor José Raúl Mulino Quintero, Presidente della Repubblica di Panama, con la Consorte, e Seguito;

- Em.mo Card. Kurt Koch, Prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani;

- Sua Grazia l’Arcivescovo Ian Ernest, Direttore del Centro Anglicano di Roma, con la Consorte;

- Il Signor Frank H. McCourt, Executive Chairman of McCourt Global and Founder of Project Liberty, e Seguito;

- S.E. il Signor Leslie Voltaire, Presidente del Consiglio Presidenziale di Transizione di Haiti, e Seguito;

- Rettori dei Seminari Maggiori di Francia;

- Giornalisti e Comunicatori partecipanti al Giubileo della Comunicazione.

 

- Alle ore 17.30, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, il Santo Padre Francesco presiede la celebrazione dei Secondi Vespri della solennità della Conversione di San Paolo Apostolo, a conclusione della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani sul tema: «Credi tu questo» (cfr. Giovanni  11, 26). Prenderanno parte alla celebrazione i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma. Sono invitati, in modo particolare, il clero e i fedeli della Diocesi di Roma.  

 

 


 

Sabato 25 Gennaio 2025


- Alle ore 17, a Capizzi, il Vescovo Guglielmo presiede l'Eucaristia nel Santuario di San Giacomo per l'apertura dell'Anno Giubilare.

- In tutte le comunità si conclude la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani.

Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali PDF Stampa
Scritto da Giancarlo D'Amico   
Venerdì 24 Gennaio 2025 12:10

“C’è bisogno del vostro impegno coraggioso nel mettere al centro della comunicazione la responsabilità personale e collettiva verso il prossimo”. È l’appello del Papa ai giornalisti, nel messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, sul tema: “Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori (cfr 1Pt 3,15-16)”, che si celebra domenica 1 Giugno 2025. “In questo nostro tempo segnato dalla disinformazione e dalla polarizzazione, dove pochi centri di potere controllano una massa di dati e di informazioni senza precedenti, mi rivolgo a voi nella consapevolezza di quanto sia necessario – oggi più che mai – il vostro lavoro di giornalisti e comunicatori”, l’omaggio di Francesco, che nell’anno del Giubileo, e alla vigilia del primo grande evento dedicato appunto ai giornalisti, esorta questi ultimi ad “essere comunicatori di speranza, incominciando da un rinnovamento del vostro lavoro e della vostra missione secondo lo spirito del Vangelo”. di seguito il Messaggio del Papa:

Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori (cfr 1Pt 3,15-16)

Cari fratelli e sorelle!

In questo nostro tempo segnato dalla disinformazione e dalla polarizzazione, dove pochi centri di potere controllano una massa di dati e di informazioni senza precedenti, mi rivolgo a voi nella consapevolezza di quanto sia necessario – oggi più che mai – il vostro lavoro di giornalisti e comunicatori. C’è bisogno del vostro impegno coraggioso nel mettere al centro della comunicazione la responsabilità personale e collettiva verso il prossimo.

Pensando al Giubileo che celebriamo quest’anno come un periodo di grazia in un tempo così travagliato, vorrei con questo mio Messaggio invitarvi ad essere comunicatori di speranza, incominciando da un rinnovamento del vostro lavoro e della vostra missione secondo lo spirito del Vangelo. 

Disarmare la comunicazione

 

Troppo spesso oggi la comunicazione non genera speranza, ma paura e disperazione, pregiudizio e rancore, fanatismo e addirittura odio. Troppe volte essa semplifica la realtà per suscitare reazioni istintive; usa la parola come una lama; si serve persino di informazioni false o deformate ad arte per lanciare messaggi destinati a eccitare gli animi, a provocare, a ferire. Ho già ribadito più volte la necessità di “disarmare” la comunicazione, di purificarla dall’aggressività. Non porta mai buoni frutti ridurre la realtà a slogan. Vediamo tutti come – dai talk show televisivi alle guerre verbali sui social media – rischi di prevalere il paradigma della competizione, della contrapposizione, della volontà di dominio e di possesso, della manipolazione dell’opinione pubblica.

C’è anche un altro fenomeno preoccupante: quello che potremmo definire della “dispersione programmata dell’attenzione” attraverso i sistemi digitali, che, profilandoci secondo le logiche del mercato, modificano la nostra percezione della realtà. Succede così che assistiamo, spesso impotenti, a una sorta di atomizzazione degli interessi, e questo finisce per minare le basi del nostro essere comunità, la capacità di lavorare insieme per un bene comune, di ascoltarci, di comprendere le ragioni dell’altro. Sembra allora che individuare un “nemico” contro cui scagliarsi verbalmente sia indispensabile per affermare sé stessi. E quando l’altro diventa “nemico”, quando si oscurano il suo volto e la sua dignità per schernirlo e deriderlo, viene meno anche la possibilità di generare speranza. Come ci ha insegnato don Tonino Bello, tutti i conflitti «trovano la loro radice nella dissolvenza dei volti»[1]. Non possiamo arrenderci a questa logica.

Sperare, in realtà, non è affatto facile. Diceva Georges Bernanos che «sperano soltanto coloro che hanno avuto il coraggio di disperare delle illusioni e delle menzogne, nelle quali trovavano una sicurezza e che scambiavano falsamente per speranza. […] La speranza è un rischio che bisogna correre. È il rischio dei rischi»[2]. La speranza è una virtù nascosta, tenace e paziente. Tuttavia, per i cristiani sperare non è una scelta opzionale, ma una condizione imprescindibile. Come ricordava Benedetto XVI nell’Enciclica Spe salvi, la speranza non è passivo ottimismo ma, al contrario, una virtù “performativa”, capace cioè di cambiare la vita: «Chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova» (n. 2).

 Dare ragione con mitezza della speranza che è in noi

 

Nella Prima Lettera di Pietro (3,15-16) troviamo una sintesi mirabile in cui la speranza viene posta in connessione con la testimonianza e con la comunicazione cristiana: «Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto». Vorrei soffermarmi su tre messaggi che possiamo trarre da queste parole.

«Adorate il Signore, nei vostri cuori»: la speranza dei cristiani ha un volto, il volto del Signore risorto. La sua promessa di essere sempre con noi attraverso il dono dello Spirito Santo ci permette di sperare anche contro ogni speranza e di vedere le briciole di bene nascoste anche quando tutto sembra perduto.

Il secondo messaggio ci chiede di essere pronti a dare ragione della speranza che è in noi. È interessante notare che l’Apostolo invita a rendere conto della speranza «a chiunque vi domandi». I cristiani non sono anzitutto quelli che “parlano” di Dio, ma quelli che riverberano la bellezza del suo amore, un modo nuovo di vivere ogni cosa. È l’amore vissuto a suscitare la domanda ed esigere la risposta: perché vivete così? Perché siete così?

Nell’espressione di San Pietro troviamo, infine, un terzo messaggio: la risposta a questa domanda sia data «con dolcezza e rispetto». La comunicazione dei cristiani – ma direi anche la comunicazione in generale – dovrebbe essere intessuta di mitezza, di prossimità: lo stile dei compagni di strada, seguendo il più grande Comunicatore di tutti i tempi, Gesù di Nazaret, che lungo la strada dialogava con i due discepoli di Emmaus facendo ardere il loro cuore per come interpretava gli avvenimenti alla luce delle Scritture.

Sogno per questo una comunicazione che sappia renderci compagni di strada di tanti nostri fratelli e sorelle, per riaccendere in loro la speranza in un tempo così travagliato. Una comunicazione che sia capace di parlare al cuore, di suscitare non reazioni passionali di chiusura e rabbia, ma atteggiamenti di apertura e amicizia; capace di puntare sulla bellezza e sulla speranza anche nelle situazioni apparentemente più disperate; di generare impegno, empatia, interesse per gli altri. Una comunicazione che ci aiuti a «riconoscere la dignità di ogni essere umano e [a] prenderci cura insieme della nostra casa comune» (Lett. enc. Dilexit nos, 217).

Sogno una comunicazione che non venda illusioni o paure, ma sia in grado di dare ragioni per sperare. Martin Luther King ha detto: «Se posso aiutare qualcuno mentre vado avanti, se posso rallegrare qualcuno con una parola o una canzone... allora la mia vita non sarà stata vissuta invano»[3]. Per fare ciò dobbiamo guarire dalle “malattie” del protagonismo e dell’autoreferenzialità, evitare il rischio di parlarci addosso: il buon comunicatore fa sì che chi ascolta, legge o guarda possa essere partecipe, possa essere vicino, possa ritrovare la parte migliore di sé stesso ed entrare con questi atteggiamenti nelle storie raccontate. Comunicare così aiuta a diventare “pellegrini di speranza”, come recita il motto del Giubileo.

  Sperare insieme

 

La speranza è sempre un progetto comunitario. Pensiamo per un momento alla grandezza del messaggio di questo anno di grazia: siamo invitati tutti – davvero tutti! – a ricominciare, a permettere a Dio di risollevarci, a lasciare che ci abbracci e ci inondi di misericordia. Si intrecciano in tutto questo la dimensione personale e quella comunitaria. Ci si mette in viaggio insieme, si compie il pellegrinaggio con tanti fratelli e sorelle, si attraversa insieme la Porta Santa.

Il Giubileo ha molte implicazioni sociali. Pensiamo ad esempio al messaggio di misericordia e speranza per chi vive nelle carceri, o all’appello alla vicinanza e alla tenerezza verso chi soffre ed è ai margini.

Il Giubileo ci ricorda che quanti si fanno operatori di pace «saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). E così ci apre alla speranza, ci indica l’esigenza di una comunicazione attenta, mite, riflessiva, capace di indicare vie di dialogo. Vi incoraggio perciò a scoprire e raccontare le tante storie di bene nascoste fra le pieghe della cronaca; a imitare i cercatori d’oro, che setacciano instancabilmente la sabbia alla ricerca della minuscola pepita. È bello trovare questi semi di speranza e farli conoscere. Aiuta il mondo ad essere un po’ meno sordo al grido degli ultimi, un po’ meno indifferente, un po’ meno chiuso. Sappiate sempre scovare le scintille di bene che ci permettono di sperare. Questa comunicazione può aiutare a tessere la comunione, a farci sentire meno soli, a riscoprire l’importanza del camminare insieme.

  Non dimenticare il cuore

 

Cari fratelli e sorelle, di fronte alle vertiginose conquiste della tecnica, vi invito ad avere cura del vostro cuore, cioè della vostra vita interiore. Che cosa significa questo? Vi lascio alcune tracce.

Essere miti e non dimenticare mai il volto dell’altro; parlare al cuore delle donne e degli uomini al servizio dei quali state svolgendo il vostro lavoro.

Non permettere che le reazioni istintive guidino la vostra comunicazione. Seminare sempre speranza, anche quando è difficile, anche quando costa, anche quando sembra non portare frutto.

Cercare di praticare una comunicazione che sappia risanare le ferite della nostra umanità.

Dare spazio alla fiducia del cuore che, come un fiore esile ma resistente, non soccombe alle intemperie della vita ma sboccia e cresce nei luoghi più impensati: nella speranza delle madri che ogni giorno pregano per rivedere i propri figli tornare dalle trincee di un conflitto; nella speranza dei padri che migrano tra mille rischi e peripezie in cerca di un futuro migliore; nella speranza dei bambini che riescono a giocare, sorridere e credere nella vita anche fra le macerie delle guerre e nelle strade povere delle favelas.

Essere testimoni e promotori di una comunicazione non ostile, che diffonda una cultura della cura, costruisca ponti e penetri nei muri visibili e invisibili del nostro tempo.

Raccontare storie intrise di speranza, avendo a cuore il nostro comune destino e scrivendo insieme la storia del nostro futuro.

Tutto ciò potete e possiamo farlo con la grazia di Dio, che il Giubileo ci aiuta a ricevere in abbondanza. Per questo prego e benedico ciascuno di voi e il vostro lavoro.

Roma, San Giovanni in Laterano, 24 gennaio 2025, memoria di San Francesco di Sales.

                                                                                                                                   FRANCESCO

 

Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali PDF Stampa
Scritto da Giancarlo D'Amico   
Venerdì 24 Gennaio 2025 12:05

 

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