Patti: stasera Don Luigi Ciotti celebra la Messa nella Chiesa del Sacro Cuore alle ore 17,30
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Scritto da Giancarlo D'Amico   
Venerdì 24 Febbraio 2017 13:17
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Dopo la splendida e coinvolgente mattinata vissuta con gli alunni delle Scuole della città nel Cine-Teatro "Beniamino Joppolo" di Patti, nel pomeriggio, alle ore 17,30 don Luigi Ciotti celebrerà la Santa Messa nella Chiesa del Sacro Cuore di Corso Matteotti.

Bastano poche parole per capire chi è veramente don Luigi Ciotti. Non un semplice sacerdote, né un uomo qualunque, bensì un onesto cittadino al servizio della gente, di tutti coloro che chiedono aiuto e di chi non è capace o, peggio, non può. Si tratta di un uomo carismatico e di grande personalità, capace di parlare al cuore della gente per poterle dare una speranza di pace, di lealtà, di amore e di fede. Recentemente don Luigi Ciotti e un gruppo di sacerdoti di Libera ha sottoscritto un manifesto chiamando in causa la Chiesa italiana sui temi della lotta al fenomeno mafioso e alle sue infiltrazioni. A più di un anno dallo shock del funerale dei Casamonica e dopo la sequenza di «inchini» che hanno turbato le processioni in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, è stato proposto ai vescovi e a tutti i parroci di sottoscrivere una «carta di responsabilità e impegno» nella quale sono elencati 23 punti di mobilitazione attiva. Si è chiesto di “non tacere dinanzi alle ingiustizie e ad ogni tipo di illegalità”, di vigilare perché i riti sacri “non si trasformino in esaltazione di personaggi potenti e boss mafiosi e in mortificazione di poveri ed ultimi”, di sostenere le vittime innocenti nella loro “richiesta di giustizia e di verità” e di “accompagnare il cammino di coloro che intendono pentirsi”. E poi di “contrastare ogni forma di corruzione” e denunciare connivenze "anche istituzionali” che agevolano gli affari delle ecomafie.
Il testo è stato redatto al termine di un incontro organizzato da don Ciotti nel monastero di San Magno a Fondi (Latina) e segna le coordinate dell'impegno di Libera attorno al quale i preti in prima linea chiedono il coinvolgimento di tutti i cattolici. “Ci sentiamo sollecitati dall'azione e dal magistero di papa Francesco” si legge nella premessa. Papa Francesco il 21 marzo 2014, partecipando alla giornata per le vittime innocenti di mafia organizzata proprio da Libera, aveva rivolto un appello agli uomini dei clan: “Convertitevi o per voi sarà l'inferno”.
Qualche mese fa un Vescovo - al giornalista che faceva notare come don Ciotti avesse invitato i presuli a vigilare sulla pratica degli inchini durante le processioni - rispose: “Don Ciotti si occupi delle cose sue, non dica ai Vescovi quello che devono fare”.

 

Don Ciotti non ha voluto replicare a questa affermazione per niente evangelica ma attraverso il suo impegno fa capire che oggi la Chiesa è consapevole, tranne eccezioni, che fedeltà al Vangelo significa anche “interferire”, parlare chiaro, dire no alle mafie e a chi alle mafie presta il fianco, di conseguenza impegnarsi per la libertà delle persone, calpestate da mafiosi e corrotti. Chi denuncia non è più solo, a maggior ragione dopo le parole dei Papi». Nella Valle dei templi di Agrigento il 9 maggio 1993 Giovanni Paolo II gridò ai mafiosi: «Convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio!».

E Papa Francesco ricorda che «il perdono di Dio per i nostri peccati non conosce confini» ma con la stessa forza ci ricorda che certi peccati pongono automaticamente di fuori dalla comunione con Dio e con la Chiesa. Di qui la scomunica automatica. Come ricordò Papa Bergoglio il 21 giugno 2014, nella Messa nella Piana di Sibari, in Calabria: «La mafia è adorazione del male e disprezzo del bene comune. Coloro che nella loro vita percorrono la strada del male, come i mafiosi, non sono in comunione con Dio, sono scomunicati».

Don Luigi Ciotti incarna bene l’idea che Francesco ha della Chiesa e dei cristiani del Terzo Millennio: La Chiesa torni ad essere Chiesa del Vangelo, libera dal potere e dai compromessi che il potere esige. Una Chiesa ricca perché povera, forte perché dalla parte degli oppressi, amata perché misericordiosa, capace di accogliere, di comprendere, di perdonare. Alla comunità dei credenti, affinché la fede non sia vissuta come un salvacondotto dall’impegno nel mondo e per il mondo, ma sia una fede che guarda il Cielo senza dimenticare le responsabilità che ci legano alla Terra. 




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