Oggi, 20 Marzo, la Chiesa celebra la solennità di San Giuseppe |
|
|
Scritto da Giancarlo D'Amico
|
Lunedì 20 Marzo 2023 07:19 |

Oggi si celebra la solennità di San Giuseppe (trasferita da ieri per la coincidenza con la Quarta Domenica di Quaresima), Sposo di colei che sarebbe stata Madre del Verbo fatto carne, Giuseppe è stato prescelto come “guardiano della parola”. Eppure non ci è giunta nessuna sua parola: ha servito in silenzio, obbedendo al Verbo, a lui rivelato dagli angeli in sogno, e, in seguito, nella realtà, dalle parole e dalla vita stessa di Gesù. Anche il suo consenso, come quello di Maria, esigeva una totale sottomissione dello spirito e della volontà. Giuseppe ha creduto a quello che Dio ha detto; ha fatto quello che Dio ha detto. La sua vocazione è stata di dare a Gesù tutto ciò che può dare un padre umano: l’amore, la protezione, il nome, una casa. Con il suo esempio silenzioso e straordinariamente eloquente e con la sua preghiera di intercessione, san Giuseppe continua a "custodire" il "corpo di Cristo che è la Chiesa", con la stessa sollecitudine e premura con cui ha custodito Maria e Gesù negli anni vissuti con loro. Quest'anno ricorre il 150° anniversario della proclamazione di San Giuseppe a Patrono della Chiesa Universale da parte del Papa il Beato Pio IX (8 dicembre 1870).
Dal secondo libro di Samuele 7,4-5.12-14.16
Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre.
Rit. In eterno durerà la sua discendenza. dal salmo 88
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 2, 4-10
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza.
Dal Vangelo secondo Matteo 1,16.18-21.24
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

Matteo oggi scrive due righe per definire una realtà sconvolgente: "Giuseppe che era un uomo giusto decise di licenziarla in segreto". Nel Deuteronomio troviamo una piccola norma: se, dal momento del fidanzamento al momento del matrimonio la fidanzata commetteva adulterio doveva essere denunciata dal futuro sposo e lapidata pubblicamente. L'unico che poteva sapere che quel figlio non era suo era Giuseppe. Per gli altri l'apparenza era salva, l'unico a sapere era Giuseppe, che prende una decisione che ne rivela il cuore: non se la sente di far massacrare Maria e decide di ripudiarla in segreto. La giustizia, in questi tempi un po' tormentati, significa proprio questo: non giudicare secondo le apparenze. Giuseppe è grande perché scava, perché, addirittura, nega l'evidenza; o meglio, cerca una ragione all'evidenza, e la giustifica. Giuseppe ci insegna che per accogliere il Signore bisogna entrare nella logica del non giudizio, bisogna entrare nella logica della giustizia. La giustizia di Giuseppe consiste proprio in questa piccola frase che dice tutto il suo cuore, dice tutto il suo essere profondo, dice tutto il suo bisogno di verità nella sua semplicità straordinaria; è davanti all'evidenza ma vuole ancora giustificare, non capisce ma mette da parte il suo orgoglio di maschio ferito e lascia prevalere il Mistero.
La gioia nel venerare san Giuseppe, modello di vita evangelica, ci invita alla preghiera per la Chiesa e per il mondo. Diciamo insieme:
Santifica il tuo popolo, Signore.
Ti lodiamo, Padre, per la docilità di san Giuseppe: rendi docile la tua Chiesa agli insegnamenti del tuo divin Figlio. Preghiamo:
Gloria a te, o Padre, per il discernimento di san Giuseppe: dona ai nostri pastori la sapienza che sa capire i segni dei tempi. Preghiamo:
Sii lodato, Padre, per san Giuseppe che ha accolto nei Magi gli uomini venuti da lontano: dona anche a noi la virtù dell’accoglienza, che ci apre alle persone lontane da te. Preghiamo:
Ti lodiamo, Padre, per la laboriosità di san Giuseppe: ricambia con la tua grazia il lavoro generoso e onesto di ogni uomo. Preghiamo:
Sii benedetto, Padre, per la responsabilità silenziosa e fattiva di san Giuseppe: insegnala a tutti i genitori perchè indichino ai figli la strada del Signore. Preghiamo:
Ti glorifichiamo, Padre, per la presenza di Cristo nella casa di san Giuseppe: Gesù eucaristico sia per noi il centro della vita. Preghiamo:
Padre onnipotente e santo, che ti servi degli uomini per compiere i tuoi disegni di amore, insegnaci ad imitare il nostro fratello san Giuseppe che per tutta la vita ti ha lodato e glorificato. Per Cristo nostro Signore. Amen.
> |
LITURGIA DELLE ORE - Volume II
|
|
Prima Lettura
Dalla lettera agli Ebrei (11, 1-16)
La fede dei santi padri
Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di san Bernardino da Siena, sacerdote (Disc. 2 su san Giuseppe; Opera 7, 16. 27-30)
Il fedele nutrizio e custode
Ufficio della solennità. Te Deum. All'Ora media antifona propria e salmodia complementare. Secondi Vespri della solennità; Compieta II della domenica con l'orazione Visita.
Impegno di vita
Oggi, nella mia pausa contemplativa, aprirò gli occhi del cuore sulla silenziosa e pacificata figura di San Giuseppe. Gli chiederò di essermi intercessore perché anch'io non cerchi il mio interesse, i miei progetti d'individualistiche brame, ma entri sempre più nel progetto di Dio, così come si viene svelando.
INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO
Perchè nelle perplessità e nei momenti oscuri della nostra esistenza ci abbandoniamo con fiducia a Dio, sull'esempio di san Giuseppe, uomo giusto.
MESSAGGIO DEL GIORNO
San Giuseppe è servo fedele che Gesù ha costituito come sostegno di sua madre e padre nutrizio della sua carne, cooperatore fedelissimo, in terra, del grande piano dell'incarnazione. San Bernardo

Lunedì 20 Marzo 2023
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in Udienza:
- la Dottoressa Francesca Di Giovanni;
- Em.mo Card. Silvano Maria Tomasi, C.S., e Seguito;
- le Loro Eccellenze Maria Luisa Berti e Manuel Ciavatta, Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino, e Seguito;
- S.E. Mons. Miguel Maury Buendia, Arcivescovo tit. di Italica, Nunzio Apostolico in Romania e in Moldova;
- Em.mo Card. José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione;
- Membri dell’Unione Nazionale Attrazionisti Viaggianti (U.N.A.V.).

Lunedì 20 Marzo 2023
- Alle ore 17 il Vescovo Guglielmo celebra l'Eucaristia nella Chiesa della frazione Moira di Tortorici, in occasione della solennità di San Giuseppe.
|
Oggi, 19 Marzo, la Chiesa celebra la Quarta Domenica di Quaresima «Lætare» |
|
|
Scritto da Giancarlo D'Amico
|
Domenica 19 Marzo 2023 07:34 |
Oggi celebriamo la Quarta Domenica di Quaresima detta domenica «Lætare», dalla prima parola dell'antifona d'ingresso che invita a rallegrarci con Gerusalemme, a riunirsi in essa quanti l'amano, ad esultare di gioia nel Signore e a superare ogni tristezza e malinconia del cuore, a saziarci del pane della grazia che il Signore ci dona continuamente. La gioia che ogni cristiano deve per necessità sperimentale nasce dalla fede e vive di fede. I testi biblici di questa quarta domenica di Quaresima, infatti, ci mettono davanti a noi il cammino della gioia che solo chi ha una visione di fede vera e sincera può sperimentare anche nella croce e nella sofferenza. Siamo oltre la metà del pellegrinaggio quaresimale e la liturgia della Chiesa, interrompendo per un momento l'austerità di questo tempo, usa i paramenti di colore rosa e invita a "rallegrarsi". Tale invito sembrerebbe non aver più senso da quando la quaresima non è più avvertita nella sua severità e il digiuno è quasi totalmente disatteso. Ed in effetti, questi quaranta giorni scorrono per lo più come tutti gli altri, spesso banali per il mondo ricco e terribili per i poveri. Perché, comunque, questa esortazione a rallegrarsi? Il motivo è dato dall'avvicinarsi della Pasqua, ossia del giorno in cui il bene vince sul male e la vita sconfigge la morte. Questo è il vero annuncio di gioia che la liturgia ci porta. E quanto il nostro mondo ha bisogno di un tale annuncio! Oggi ascoltiamo uno dei testi del vangelo in cui il Signore opera un miracolo eccezionale, quello della guarigione di un cieco nato. Il cieco nato, poi guarito, è ogni persona che viene in questo mondo e vi entra con il peccato originale, che il lavacro del battesimo, toglie dando a chi lo riceve il dono della fede, della luce. Una luce che può irradiarsi per tutta la vita o spegnersi progressivamente, non vivendo nella grazia e nell'amicizia di Dio. Chiediamo al Signore che questa luce rimanga sempre accesa nella stanza del nostro cuore e della nostra mente.
Quest'anno la solennità di San Giuseppe, per la coincidenza con la Quarta Domenica di Quaresima, si celebra domani, lunedì 20 Marzo.
Dal primo libro di Samuele 16,1.4.6-7.10-13
Davide è consacrato con l’unzione re d’Israele.
Rit. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. dal salmo 22
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 5, 8-14
Risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà.
Dal Vangelo secondo Giovanni 9, 1-41
Andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Celebriamo oggi la quarta domenica di Quaresima. Il cammino verso la Pasqua accelera ed è in dirittura d'arrivo. Anche la parola di Dio ci sollecita un impegno più intensivo ed estensivo per prepararci in modo adeguato, da un punto di vista spirituale, a questa annuale solennità liturgica. E' soprattutto il testo del vangelo di oggi che ci presenta il racconto della guarigione del cieco, tale fin dalla nascita, a farci riflettere sul tema della luce, che è uno dei simboli e segni più particolari della Pasqua, in quanto nella luce è indicata la fede, quel bene inestimabile ed essenziale per improntare un discorso religioso e cristiano. E' interessante notare nel testo del vangelo lo stretto rapporto che intercorre tra la malattia fisica e quella spirituale. La cecità fisica è legata al peccato. E i discepoli di Gesù cercano di capire e farsi spiegare dal Signore di chi è la colpa se quell'uomo non ci vede ed è cieco. Gesù risponde con un'appropriata catechesi sulla sua missione. Non attribuisce nessuna colpa e responsabilità per una carenza di ordine naturale e connaturale all'essere umano, ma fa di questa debolezza un'altra opportunità per trasmettere agli apostoli e discepoli il suo messaggio di salvezza. Quel messaggio che Gesù tiene a sottolineare nel fatto che egli è la luce che dirada le profonde tenebre del mondo che è il peccato. L'adesione a Cristo, il riacquistare la vista ed il vedere non è altro, nel testo del vangelo, che il raggiungimento di quella condizione di grazia che è salute spirituale, è la fede in Cristo, unico salvatore dell'uomo.
Il Signore Gesù ci ha rivelato il Padre come amore senza misura. Per questo osiamo elevare a lui le nostre preghiere, che egli ascolterà con benevolenza, chiedendogli di concederci ciò che è conforme al suo disegno provvidenziale. Preghiamo dicendo: Dio, nostra luce, salvaci.
Perché la Chiesa, sull’esempio del Signore Gesù, sappia essere "luce del mondo", annunciando a tutti gli uomini la verità del Vangelo e orientamenti di vita conformi al cuore di Dio, preghiamo.
Perché coloro che governano le nazioni sappiano discernere le vie migliori per promuovere la dignità di ogni uomo, specialmente dei più poveri e bisognosi, preghiamo.
Per tutti coloro che sono colpiti da invalidità o malattia, perché trovino consolazione nella Parola del Vangelo e, nella nostra vicinanza fraterna e cordiale, un segno dell’amore di Dio, preghiamo.
Per coloro che sono smarriti o stanchi di cercare la verità nella loro vita, perché il Signore Gesù irrompa nel loro cuore e illumini la loro mente, affinchè possano fare esperienza della bellezza dell’essere cristiani, preghiamo.
Per noi, perché ristorati dalla santa Eucaristia, possiamo camminare sulle strade della vita disseminando sul nostro cammino opere di giustizia, di pace, di carità fraterna, preghiamo.
O Padre, guidaci sulla via della conversione e dell’amore, perché impariamo a vivere secondo il Vangelo e nel generoso servizio del prossimo. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
LITURGIA DELLE ORE - Volume II
|
|
Prima Lettura
Dal libro del Levitico (8, 1-17; 9, 22-24)
La consacrazione dei sacerdoti
Seconda Lettura
Dai «Trattati su Giovanni» di sant'Agostino, vescovo (Tratt. 34, 8-9; CCL 36, 315-316)
Cristo è la via alla luce, alla verità, alla vita
Domenica della IV settimana, ufficio della IV Domenica di Quaresima. Antifone al Benedictus e al Magnificat anno A. Si omette il Te Deum.
Impegno di vita
Oggi mi impegnerò ad essere luce, speranza, gioia per le persone che il Signore (non a caso) porrà nell'arco della mia giornata. Non farò finta di non vedere e di non essere visto, ma mi lascerò toccare, come il cieco, dalle mani di Dio.
INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO
Per tutti coloro che non hanno la fede, perchè non chiudano gli occhi davanti ai segni che Dio offre loro per riconoscere nel Cristo la vera luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo.
MESSAGGIO DEL GIORNO
Chi vede le cose dal punto di vista del mondo, non si forma più, anzi si deforma nella tenebra morale.
Chi vede le cose dal punto di vista di Gesù si forma alla scuola del segno, e insegna, testimoniando, proprio come fa il cieco risanato di fronte alle provocazione di coloro che credono di vedere tutto. Luciano Sanvito
Novena a San Giuseppe
ultimo giorno – San Giuseppe modello di obbedienza

San Giuseppe, uno dei tratti più visibili della tua anima è ancora l’obbedienza a Dio. Tutta la tua vita è intessuta di fedeltà, di obbedienza, di fiducia nel Signore che ti ama.
All’inizio del Vangelo Maria, tua promessa sposa, si trova incinta. Da uomo giusto tu decidi di rinviarla, in segreto, per non farle del male. Ma Dio ti chiede di prenderla ugualmente come sposa fedele. Attento a questo primo messaggio di Dio, tu entri con lui nel cammino ancora misterioso dell’incarnazione.
Alcuni mesi dopo, l’imperatore romano ordina un censimento nel suo territorio. Confidando nelle vie di Dio, accetti questa seconda prova. Lasci Nazareth e vai a Betlemme, la città di Davide, dove doveva nascere il Figlio di Dio.
Dopo la visita dei Magi, il Signore si rivolge ancora a te: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò» (Mt 2,13). Senza perdere un istante, ancora una volta, ti alzi. Di notte, prendi il Bambino e sua Madre per andare in Egitto; e rimani là fino a quando Dio lo desidera.
Passano alcuni anni prima della morte di Erode. Poi il Signore ti dice ancora: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele» (Mt 2,20). Con una fedeltà ammirevole, tu, san Giuseppe, ti sei alzato, hai preso il Bambino e sua Madre e sei tornato a Nazareth.
Bastano questi avvenimenti per farci comprendere la grandezza della tua obbedienza. Tu lo sai bene, anche nella nostra vita il Signore si rivolge a noi. Egli ci parla attraverso gli avvenimenti, nel silenzio della preghiera, per mezzo della Chiesa. Aiutaci a conoscere la sua voce in mezzo a tutti i rumori del mondo. Aiutaci a corrispondervi, affinché ogni giorno siamo fedeli al suo amore e alla sua volontà. Amen.

Domenica 19 Marzo 2023
Ricorre oggi il 10° anniversario dell'inizio del Pontificato del Santo Padre Francesco.
- Alle ore 12 Angelus recitato dal Santo Padre Francesco in Piazza San Pietro.

Domenica 19 Marzo 2023
- Alle ore 10.30 il Vescovo Guglielmo presiede l'Eucaristia della IV Domenica di Quaresima nella Chiesa di San Giuseppe in Malvicino di Capo d'Orlando per i festeggiamenti in onore del titolare della Chiesa e patrono.
|
Oggi, 18 Marzo, la Chiesa commemora San Cirillo di Gerusalemme, vescovo |
|
|
Scritto da Giancarlo D'Amico
|
Sabato 18 Marzo 2023 07:32 |

Cirillo di Gerusalemme, ordinato presbitero intorno al 345, fu uomo particolarmente attento alla preparazione dei catecumeni aspiranti al sacramento del battesimo celebrato nella notte di Pasqua. È in questi anni di sacerdozio che compose l’opera che ancora oggi è giustamente nota: le Catechesi contengono discorsi che illustrano la dottrina cristiana (i primi 19 discorsi tenuti nella basilica del Santo Sepolcro edificata a Gerusalemme da Costantino sono indirizzati ai catecumeni) e ne spiegano i sacramenti (i discorsi 20-24 furono rivolti ai battezzati ammessi alla Chiesa Anastasis per comprendere il significato della prassi liturgica). Cirillo di Gerusalemme come Acacio, vescovo di Cesarea (340-366), e molti altri, conosceva una posizione intermedia e personale. A causa di questioni legate al rapporto tra Chiese, Acacio, sposando definitivamente una dottrina marcatamente ariana e garantendosi così il sostegno imperiale, riuscì ad allontanare ripetutamente Cirillo dalla sua sede episcopale. Fu, così, prima deposto ed esiliato dall’imperatore Costanzo nel 357 e nel 360, poi dall’imperatore Valente dal 367 al 378. L’imperatore Teodosio (379-395) pose fine al suo esilio durato complessivamente 16 anni: Cirillo poté nella sua autorevolezza partecipare al II Concilio Ecumenico, celebrato a Costantinopoli nel 381, dove sottoscrisse completamente il simbolo, divenuto niceno-costantinopolitano, accettando il termine homoousios. Fu dichiarato Dottore della Chiesa da papa Leone XIII nel 1882.
Dal libro del profeta Osea 6, 1-6
Voglio l’amore e non il sacrificio.
Rit. Voglio l’amore e non il sacrificio. dal salmo 50
Dal Vangelo secondo Luca 18, 9-14
Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.

Il fariseo della parabola dice il vero: vive la fede con entusiasmo, pratica la giustizia, è un fedele modello. E sa di esserlo: guarda con sufficienza e disprezzo il pubblicano (che è davvero peccatore!) e ne prende le distanze. Il pubblicano, invece, non osa alzare lo sguardo: conosce il suo peccato, non ha bisogno di fare l'esame di coscienza, glielo ha già fatto il fariseo! Solo chiede pietà. Anch'io faccio fatica a guardarmi con equilibrio. Fatico a non deprimermi nei momenti di difficoltà, in cui emergono più evidenti i miei limiti e i miei difetti. Fatico a non tentare di mostrare il mio "meglio" quando sto con gli altri. Ma, soprattutto, fatico a paragonarmi agli altri in maniera serena. Se capissimo di essere unici, imparagonabili! Se sapessimo amarci come Dio ci ama, senza eccessi! No, non ho bisogno di guardare al peggio o al meglio di chi mi sta intorno per esaltarmi o deprimermi, specialmente nella fede. L'errore del fariseo è proprio questo: è giusto e sa di esserlo, non ha compassione né misericordia. Misericordia e compassione che - invece - Dio ha verso il pubblicano. È una bella sfida per il discepolo: trovare l'equilibrio in se stesso, senza cercare colpevoli "fuori", senza autolesionismo depressivo, consapevole della propria fragilità e della propria grandezza, perdonato che sa perdonare, pacificato che sa pacificare. Uno che esce cambiato dalla preghiera.
La giustificazione e la salvezza non sono opera nostra ma dono della misericordia infinita di Dio. Invochiamo perciò il Signore perchè, nella nostra povertà, egli ci accolga e ci riconcili. Diciamo insieme: Signore, pietà di noi peccatori.
Perché la Chiesa proclami continuamente la misericordia di Dio che la chiama a nuova conversione, purificandola e rinnovandola con il suo amore. Preghiamo:
Perchè nessun uomo pretenda di possedere tutta la verità, ma tutti la ricerchino e la servano con umiltà. Preghiamo:
Perchè chi pensa alla religione solo come ad un insieme di pratiche esteriori, possa comprendere che il vero culto a Dio è nel coinvolgimento del cuore. Preghiamo:
Perchè la coscienza dei cristiani si opponga ai peccati collettivi delle nazioni, come la corsa agli armamenti, lo sfruttamento dei poveri, la soppressione della vita, e aiuti l'uomo a ritrovare la via della riconciliazione. Preghiamo:
Perchè il sangue di Cristo versato per molti ci faccia vivere l'esperienza di essere amati dall'infinito amore del Padre. Preghiamo:
O Dio, che con l'insegnamento di san Cirillo di Gerusalemme hai guidato la tua Chiesa a comprendere la profondità dei misteri cristiani, per sua intercessione concedi anche a noi di conoscere te e colui che hai mandato, Gesù Cristo tuo Figlio, per possedere la pienezza di vita eterna.
> |
LITURGIA DELLE ORE - Volume II
|
|
Prima Lettura
Dal libro dell'Esodo (35, 30 - 36, 1; 37, 1-9)
Erezione del santuario. La nube del Signore
Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo (Disc. 14 sull'amore ai poveri, 38, 40; PG 35, 907. 910)
Serviamo Cristo nei poveri
Sabato della III settimana, ufficio della feria del tempo di Quaresima (fino all'Ora Nona). Primi Vespri della IV Domenica di Quaresima «Lætare», antifona al Magnificat anno A.
Impegno di vita
Mi impegnerò a smettere di fare le cose "perché Dio sia contento di me", e cercherò invece di vivere felice di essere un figlio di Dio, in cammino con i fratelli.
INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO
Per il Santo Padre Francesco, perchè sia confermato dalla forza dello Spirito Santo, illuminato dalla Parola di Dio, sostenuto dalla comunione della Chiesa e dalla preghiera di tutto il popolo di Dio.
MESSAGGIO DEL GIORNO
Mentre il fariseo viaggia con una preghiera fuori di sè, verso Dio e verso gli altri portando dinnanzi a loro i suoi meriti e i suoi interessi, ecco che il pubblicano viaggia all'interno del sè, al cuore, escludendo ogni possibilità e lasciando solo a Dio l'ultima parola nella preghiera. Luciano Sanvito
Novena a San Giuseppe
8° giorno – San Giuseppe buon lavoratore
| | |