NOTIZIE DI ATTUALITA'
Oggi, 3 Luglio, la Chiesa celebra la festa di San Tommaso, Apostolo PDF Stampa
Scritto da Giancarlo D'Amico   
Lunedì 03 Luglio 2017 08:04

 

Tommaso lo incontriamo tra gli Apostoli, senza nulla sapere della sua storia precedente. Il suo nome, in aramaico, significa “gemello”. Ci sono ignoti luogo di nascita e mestiere. Il Vangelo di Giovanni, al capitolo 11, ci fa sentire subito la sua voce, non proprio entusiasta. Gesù ha lasciato la Giudea, diventata pericolosa: ma all’improvviso decide di ritornarci, andando a Betania, dove è morto il suo amico Lazzaro. I discepoli trovano che è rischioso, ma Gesù ha deciso: si va. E qui si fa sentire la voce di Tommaso, obbediente e pessimistica: "Andiamo anche noi a morire con lui". E’ sicuro che la cosa finirà male; tuttavia non abbandona Gesù: preferisce condividere la sua disgrazia, anche brontolando.
Facciamo torto a Tommaso ricordando solo il suo momento famoso di incredulità dopo la risurrezione. Lui è ben altro che un seguace tiepido. Ma credere non gli è facile, e non vuol fingere che lo sia. Dice le sue difficoltà, si mostra com’è, ci somiglia, ci aiuta. Eccolo all’ultima Cena (Giovanni 14), stavolta come interrogante un po’ disorientato. Gesù sta per andare al Getsemani e dice che va a preparare per tutti un posto nella casa del Padre, soggiungendo: "E del luogo dove io vado voi conoscete la via". Obietta subito Tommaso, candido e confuso: "Signore, non sappiamo dove vai, e come possiamo conoscere la via?". Scolaro un po’ duro di testa, ma sempre schietto, quando non capisce una cosa lo dice. E Gesù riassume per lui tutto l’insegnamento: "Io sono la via, la verità e la vita". Ora arriviamo alla sua uscita più clamorosa, che gli resterà appiccicata per sempre, e troppo severamente. Giovanni, capitolo 20: Gesù è risorto; è apparso ai discepoli, tra i quali non c’era Tommaso. E lui, sentendo parlare di risurrezione “solo da loro”, esige di toccare con mano. E’ a loro che parla, non a Gesù. E Gesù viene, otto giorni dopo, lo invita a “controllare”... Ed ecco che Tommaso, il pignolo, vola fulmineo ed entusiasta alla conclusione, chiamando Gesù: “Mio Signore e mio Dio!”, come nessuno finora aveva mai fatto. E quasi gli suggerisce quella promessa per tutti, in tutti i tempi: "Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno".
Tommaso è ancora citato da Giovanni al capitolo 21 durante l’apparizione di Gesù al lago di Tiberiade. Gli Atti (capitolo 1) lo nominano dopo l’Ascensione. Poi più nulla: ignoriamo quando e dove sia morto. Alcuni testi attribuiti a lui (anche un “Vangelo”) non sono ritenuti attendibili. A metà del VI secolo, il mercante egiziano Cosma Indicopleuste scrive di aver trovato nell’India meridionale gruppi inaspettati di cristiani; e di aver saputo che il Vangelo fu portato ai loro avi da Tommaso apostolo. Sono i “Tommaso-cristiani”, comunità sempre vive nel XX secolo, ma di differenti appartenenze: al cattolicesimo, a Chiese protestanti e a riti cristiano-orientali.

 

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Prima lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini        2, 19-22
 

Edificati sopra il fondamento degli apostoli.

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Salmo responsoriale

Rit. Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.           dal salmo 117

 

 

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Vangelo

Dal Vangelo secondo Giovanni           20, 24-29


Mio Signore e mio Dio.

 

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Meditiamo insieme


San Tommaso, patrono di tutti gli entusiasti che buttano il cuore oltre l'ostacolo, che ci credono a questo Cristo, aiuta quelli che hanno sperimentato sulla propria pelle il fallimento della vita. Dona loro di non lasciarsi travolgere dalla rabbia e dal dolore, ma di sapere che il Maestro ama la loro generosità, come ha amato la tua. San Tommaso, patrono di tutti gli scandalizzati dall'incoerenza della Chiesa, aiuta chi è stato ferito dalla spada del giudizio clericale a non fermarsi alla fragilità dei credenti ma di fissare lo sguardo sullo splendore del risorto che essi indegnamente professano. San Tommaso, patrono dei tenaci, aiuta a non sentirci migliori quando, come te, vediamo che i nostri fratelli nella fede sono piccini, ma a restare fedeli al grande sogno del Maestro che è la Chiesa e a convertire la Chiesa a partire da noi stessi. San Tommaso, patrono dei crocefissi senza chiodi, che hai visto nel segno delle palme del Signore riflesso lo squarcio che la sua morte aveva provocato nel tuo cuore, aiuta a vedere che il dolore, ogni dolore, il nostro dolore è conosciuto da Dio. San Tommaso, patrono dei discepoli, primo, tra i Dodici, ad avere professato la divinità di Cristo, aiutaci a professare con franchezza la nostra fede nel volto di Dio che è Gesù.

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Preghiamo insieme

 

La realtà che ci rende Chiesa, fratelli e sorelle, è la presenza di Gesù risorto in mezzo a noi. Nella gioia che è frutto di questa consapevolezza, eleviamo al Padre le nostre preghiere. Preghiamo dicendo: Mostraci, Signore, la tua misericordia.

Perché le Chiese e le comunità cristiane si incamminino con decisione e passione sulla strada della piena unità. Preghiamo.
 
 
Perché i cristiani, che si riuniscono nell’assemblea domenicale per celebrare la santa Eucaristia, sperimentino il senso della festa e della comunione fraterna intorno a Cristo risorto. Preghiamo.
 
 
Per tutti coloro che sono increduli o dubbiosi, perché il Signore risorto si manifesti nella loro vita e li attragga a sé con il suo amore misericordioso. Preghiamo.
 
 
Per coloro che hanno il compito di annunciare il Vangelo, perché proclamino con la vita ciò che credono con il cuore. Preghiamo.
 
Per la nostra comunità, perché sia animata da una fede autentica, vissuta nell’ascolto assiduo della Parola e nella carità fraterna. Preghiamo.
 
Esulti la tua Chiesa, o Dio, nostro Padre, nella festa dell’apostolo Tommaso; per la sua intercessione si accresca la nostra fede, perché credendo abbiamo vita nel nome del Cristo, che fu da lui riconosciuto suo Signore e suo Dio.
 

 

 

LITURGIA DELLE ORE - Volume III

 Prima Lettura

 Dalla prima lettera ai Corinzi di san Paolo apostolo    (4, 1-16)


Facciamoci imitatori dell'Apostolo come egli lo è di Cristo


Seconda Lettura


Dalle «Omelie sui vangeli» di san Gregorio Magno, papa
(Om. 26, 7-9; PL 76, 1201-1202)

Signore mio e Dio mio

Ufficio della festa con parti proprie. Te Deum.

 

Impegno di vita

Oggi offrirò piccoli atti di fede, in modo da fortificare la mia visione di fede anche dinanzi alle circostanze più trascendenti della mia vita e di coloro che mi stanno vicino.

 

INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO

Perchè la poca fede, che ci rende incerti e paurosi, si rinfranchi con il germe della risurrezione posto in noi, poichè il Cristo risorto è la nostra forza.

 

MESSAGGIO DEL GIORNO

La divina clemenza mirabilmente stabilì che quel discepolo incredulo, mentre toccava le ferite nella carne del suo Maestro, sanasse a noi le ferite dell'infedeltà. A noi infatti giova piú l'incredulità di Tommaso che non la fede dei discepoli credenti perché mentre egli, toccando con mano, ritorna alla fede, l'anima nostra, lasciando da parte ogni dubbio si consolida nella fede. San Gregorio Magno

 

 

 

Lunedì 3 Luglio 2017  

 

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Oggi, 2 Luglio, la Chiesa celebra la XIII Domenica del tempo ordinario PDF Stampa
Scritto da Giancarlo D'Amico   
Domenica 02 Luglio 2017 07:43

Celebriamo oggi la Tredicesima Domenica del Tempo Ordinario. La Liturgia ci invita a riscoprire la nostra vocazione battesimale attraverso l’esperienza dell’accoglienza. Accogliere significa fidarsi. Accogliere significa abbattere i propri muri per finalmente intravedere la pienezza dell'Amore. Gesù ci suggerisce l'atteggiamento del giusto. Giusto, nel linguaggio della Bibbia, è chi guarda nel profondo del cuore, chi non guarda le apparenze. E ciò può avvenire solo se amiamo il Signore al di sopra di tutto e di tutti.  Ci doni il Signore di aprire il nostro a cuore per accogliere la sua presenza in mezzo a noi, che si rende visibile soprattutto nei poveri e negli ultimi.

 

 

 

 

 


 

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Prima lettura

Dal secondo libro dei Re        4, 8-11.14-16
 

Costui è un uomo di Dio, un santo, si fermi da noi.

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Salmo responsoriale

Rit. Canterò per sempre l’amore del Signore.           dal salmo 88

 

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Seconda lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani       6,3-4.8-11
 

Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti con lui: camminiamo in una vita nuova. 

 

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Vangelo

Dal Vangelo secondo Matteo             10, 37-42


Chi non prende la croce non è degno di me. Chi accoglie voi, accoglie me.

 

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Meditiamo insieme


Un Dio che pretende di essere amato più di padre e madre, più di figli e fratelli, che sembra andare contro le leggi del cuore. Ma la fede per essere autentica deve conservare un nucleo sovversivo e scandaloso, il «morso del più» (Luigi Ciotti), un andare controcorrente e oltre rispetto alla logica umana.
Non è degno di me. Per tre volte rimbalza dalla pagina questa affermazione dura del Vangelo. Ma chi è degno del Signore? Nessuno, perché il suo è amore incondizionato, amore che anticipa, senza clausole. Un amore così non si merita, si accoglie.
Chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà! Perdere la vita per causa mia non significa affrontare il martirio. Una vita si perde come si spende un tesoro: investendola, spendendola per una causa grande. Il vero dramma per ogni persona umana è non avere niente, non avere nessuno per cui valga la pena mettere in gioco o spendere la propria vita.
Chi avrà perduto, troverà. Noi possediamo veramente solo ciò che abbiamo donato ad altri, come la donna di Sunem della Prima Lettura, che dona al profeta Eliseo piccole porzioni di vita, piccole cose: un letto, un tavolo, una sedia, una lampada e riceverà in cambio una vita intera, un figlio. E la capacità di amare di più.
A noi, forse spaventati dalle esigenze di Cristo, dall'impegno di dare la vita, di avere una causa che valga più di noi stessi, Gesù aggiunge una frase dolcissima: Chi avrà dato anche solo un bicchiere d'acqua fresca, non perderà la sua ricompensa.
Il dare tutta la vita o anche solo una piccola cosa, la croce e il bicchiere d'acqua sono i due estremi di uno stesso movimento: dare qualcosa, un po', tutto, perché nel Vangelo il verbo amare si traduce sempre con il verbo dare: Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio. Non c'è amore più grande che dare la vita!
Un bicchiere d'acqua, dice Gesù, un gesto così piccolo che anche l'ultimo di noi, anche il più povero può permettersi. E tuttavia un gesto non banale, un gesto vivo, significato da quell'aggettivo che Gesù aggiunge, così evangelico e fragrante: acqua fresca.
Acqua fresca deve essere, vale a dire l'acqua buona per la grande calura, l'acqua attenta alla sete dell'altro, procurata con cura, l'acqua migliore che hai, quasi un'acqua affettuosa con dentro l'eco del cuore.
Dare la vita, dare un bicchiere d'acqua fresca, ecco la stupenda pedagogia di Cristo. Un bicchiere d'acqua fresca se dato con tutto il cuore ha dentro la Croce. Tutto il Vangelo è nella Croce, ma tutto il Vangelo è anche in un bicchiere d'acqua.
Nulla è troppo piccolo per il Signore, perché ogni gesto compiuto con tutto il cuore ci avvicina all'assoluto di Dio.
Amare nel Vangelo non equivale ad emozionarsi, a tremare o trepidare per una creatura, ma si traduce sempre con un altro verbo molto semplice, molto concreto, un verbo fattivo, di mani, il verbo dare.

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Preghiamo insieme

 

Abbiamo ascoltato gli insegnamenti di Gesù agli apostoli, validi anche per noi. Nella Preghiera dei fedeli chiediamo al Padre che ci insegni a vivere come veri discepoli, capaci di annunciare il Regno di Dio.
Preghiamo insieme e diciamo: Padre, che ci hai chiamati alla fede, ascoltaci.

Per la Chiesa, che a volte siamo portati a considerare solo un’organizzazione con strutture e gerarchie, mentre è la comunità attiva e operosa di noi discepoli del Signore. Perché il nostro stile di vita sia agli occhi del mondo un esempio di amore vissuto verso Dio, e di carità e solidarietà verso gli uomini, preghiamo.
 
Per i missionari, che nelle diverse regioni della terra spendono la vita per presentare al Padre celeste un’umanità rinnovata in Cristo. Perché i popoli accolgano i missionari, e con loro accolgano il Signore, la fede, e il Regno di Dio, preghiamo.
 
Per i cristiani che hanno fatto della carità operosa la loro missione. Inseriti in organizzazioni d’impegno sociale, molti hanno preso sul serio l’invito di donare il simbolico bicchiere di acqua fresca ai loro fratelli. Perché con una presenza attiva nella società portino rimedio a tante ingiustizie e dimenticanze, e suscitino in altri la volontà di emularli, preghiamo.
 
Per i battezzati che hanno dimenticato le promesse battesimali. Cristiani che, privi del sostegno della fede, sono tornati a una vita di fatto pagana. Perché trovino accanto a sé cristiani autentici e credibili, che li aiutino a reimpostare la loro esistenza secondo la logica del Vangelo, preghiamo.
 
Per la nostra comunità. Fra noi, tanti bambini e fanciulli attendono di essere iniziati alla vita sacramentale. Ci sono adulti lontani e distratti che vivono come se Dio non esistesse, altri irretiti nel peccato. Perché la nostra comunità sappia prendersi cura di tutti, con amicizia, e con una proposta di fede convincente, preghiamo.

O Padre, nella croce di Cristo hai vinto la morte. Donaci la forza di prendere sulle spalle la nostra croce, e il coraggio di affrontare i momenti della prova, per seguire Gesù povero e crocefisso che ci precede alla risurrezione e alla vita. Te lo chiediamo per lo stesso Cristo nostro Signore.
 

 

LITURGIA DELLE ORE - Volume III

 Prima Lettura

Dal primo libro di Samuele     (28, 3-25)

Saul va dalla negromante a Endor

Seconda Lettura

Dai «Discorsi» del beato Paolo VI, papa
     
(Manila, 29 novembre 1970)

Noi predichiamo Cristo a tutta la terra

Domenica della I settimana, ufficio della XIII Domenica del tempo ordinario; Te Deum. Antifone al Benedictus e al Magnificat anno A.

 

Impegno di vita

Camminerò con gioia sulla via della Croce, pronto a far dono della mia vita, per manifestare al mondo la speranza del Regno di Dio.
 

INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO

Per coloro che lottano per la giustizia, perché l’impegno per la libertà degli oppressi, per la solidarietà nei confronti dei poveri, per il conforto ai sofferenti, contribuisca a creare un mondo più a misura di uomo.

 

MESSAGGIO DEL GIORNO

L'amore di Dio che si concretizza con l'amore fatto di gesti semplici, anche di un bicchiere d'acqua, a chi ne ha bisogno. L'amore riempie, disseta, rigenera, ridà vita e speranza. E se l'amore è donato nel nome del Signore acquista un valore di eternità, che solo Dio potrà ricompensare nel modo adeguato. Antonio Rungi


 

 

Domenica 2 Luglio 2017  

 

- Alle ore 12 Angelus recitato dal Santo Padre Francesco in Piazza San Pietro.

 

Oggi, 1 Luglio, la Chiesa ricorda il Beato Antonio Rosmini PDF Stampa
Scritto da Giancarlo D'Amico   
Sabato 01 Luglio 2017 08:10

 

Di nobile famiglia, nacque a Rovereto (Trento) nel 1797. Scelse la vocazione ecclesiastica e studiò diritto e teologia all'Università di Padova. Ordinato sacerdote, ritornò a Rovereto dove trascorse alcuni anni dedito agli studi. Nel 1828 fondò a Domodossola l'Istituto della carità mentre a Milano conobbe e strinse amicizia con Alessandro Manzoni. Due anni dopo pubblicò il suo scritto filosofico più famoso, "Nuovo Saggio sull'origine delle idee", nel quale sosteneva che l'essere è la forma originaria della mente ed è impressa nell'uomo da Dio. Riteneva così di aver trovato un punto fermo sul quale edificò un originale sistema di pensiero che rilanciava la visione cattolica del mondo con un linguaggio e un metodo più consoni ai tempi. Rosmini guardava inoltre con crescente attenzione alle vicende che portarono all'unità d'Italia. Nel 1849 venne incaricato dal governo piemontese di una missione a Roma presso Pio IX. Il Papa lo accolse benevolmente con la promessa di una sua imminente nomina a cardinale. In Italia, però, si moltiplicavano gli attacchi contro di lui. I cattolici intransigenti gli rimproveravano le aperture del pensiero e la disponibilità al dialogo con i fautori dell'unità d'Italia; i laici gli rinfacciavano la sua ortodossia cattolica. Rosmini si ritirò allora a Stresa dove trascorse gli ultimi suoi anni e dove morì nel 1855.

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Prima lettura

Dal libro della Genesi        18, 1-15
 

C’è forse qualche cosa d’impossibile per il Signore? Tornerò da te e Sara avrà un figlio.

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Salmo responsoriale

Rit. Il Signore si è ricordato della sua misericordia.           dal salmo 127

 

 

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Vangelo

Dal Vangelo secondo Matteo             8, 5-17


Molti verranno dall’oriente e dall’occidente e sederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe.

 

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Meditiamo insieme


Ha compassione, il Signore. Ha compassione per tutti coloro che incontra, accetta anche qualche favoritismo con la suocera di Pietro, non allontana gli ammalati che lo cercano anche a notte fonda. Gesù sa che la salute non è tutto, che più importante della salute c'è la salvezza e, lo abbiamo visto ieri, non vuole correre il rischio di essere preso per un guaritore e un santone. Ma, al di là e al di dentro di tutto, Gesù ha compassione e si lascia convincere. E stupire. Gesù è stupito dalla fede del Centurione di Cafarnao, ne resta piacevolmente ammirato: Gesù sa che la sua missione è destinata al popolo di Israele ma, con gioia, accoglie anche questo ufficiale romano, vedendo nel suo interesse la realizzazione della profezia di Isaia. Anche noi possiamo stupirci delle tante persone che, pur dicendosi non credenti, compiono gesti di grande fede. Affidiamoci al Dio di ogni compassione, stupiamolo con la nostra fede, stupiamoci della sua presenza in mezzo a noi attraverso la testimonianza di persone che pensavamo lontani dal vangelo, sapendo che egli, come profetizza Isaia, ha preso su di sé le nostre infermità, ha assunto le nostre malattie?

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Preghiamo insieme

 

Illuminati dai suggerimenti dello Spirito Santo e certi di essere ascoltati, innalziamo al Padre misericordioso la nostra comune preghiera:
Signore, ascolta la nostra supplica.

Per la Chiesa, custode e testimone della verità: perché, voce di ogni creatura, presenti a Dio Padre le aspirazioni e i bisogni dell'umanità. Preghiamo:

Per i politici e i governanti: perché la responsabilità civile loro affidata, sia misurata sul progresso di tutti i popoli e sul rispetto della persona umana. Preghiamo:

Per i giovani che entrano nel mondo del lavoro: perché le loro energie siano sorrette da ideali positivi e indirizzate alla costruzione di una civiltà basata sulla verità e sull'amore. Preghiamo:

Per gli ammalati e gli anziani: perché la nostra carità assuma la concretezza della condivisione delle loro infermità. Preghiamo:

Per noi qui presenti: perché con schiettezza e semplicità presentiamo la nostra umanità a Cristo Signore e speriamo solo da lui la vittoria sul male e sul peccato. Preghiamo:

O Padre, la tua misericordia ci dona quanto non osiamo nemmeno sperare. Aumenta la nostra fede, perché la venuta del tuo cristo tra noi su questo altare ci riempia di benedizione e di vita nuova. Per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen. 

 

 

LITURGIA DELLE ORE - Volume III

 Prima Lettura

 

Dal primo libro di Samuele     (26, 5-25)

Davide si dimostra magnanimo verso Saul

Seconda Lettura

Dalle «Omelie» di san Gregorio di Nissa, vescovo
     
(Om. 6, sulle beatitudini; PG 44, 1270-1271)

Dio può essere trovato nel cuore dell'uomo

Sabato della IV settimana, ufficio della feria del tempo ordinario (fino all'Ora Nona); Primi Vespri della XIII Domenica del tempo ordinario, antifona al Magnificat anno A.

 

 

Impegno di vita

Oggi pregherò in modo speciale per quel conoscente che vive una situazione di urgente necessità, chiedendo a Dio di visitare la sua casa con la sua parola potente, restituendogli la pace e la salute spirituale.


INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO

Per chi è spaventato della gravità delle proprie colpe: sappia guardare con fiducia al Cristo che ha già sconfitto il peccato, la malattia e la morte.


MESSAGGIO DEL GIORNO

Bisognerebbe svegliarsi ogni mattina con una fede sempre più stupefatta e un cuore sempre più spalancato a ogni creatura. Graham Green

 

 

 

Sabato 1 Luglio 2017  

 

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Oggi, 30 Giugno, la Chiesa celebra la memoria dei Santi Primi Martiri di Roma PDF Stampa
Scritto da Giancarlo D'Amico   
Venerdì 30 Giugno 2017 07:21

 

L'odierna celebrazione introdotta dal nuovo calendario romano universale si riferisce ai protomartiri della Chiesa di Roma, vittime della persecuzione di Nerone in seguito all'incendio di Roma, avvenuto il 19 luglio del 64. Perché Nerone perseguitò i cristiani? Ce lo dice Cornelio Tacito nel XV libro degli Annales: "Siccome circolavano voci che l'incendio di Roma fosse stato doloso, Nerone presentò come colpevoli, punendoli con pene ricercatissime, coloro che, odiati per le loro abominazioni, erano chiamati dal volgo cristiani".
Ai tempi di Nerone, a Roma, accanto alla comunità ebraica, viveva quella esigua e pacifica dei cristiani. Su questi, poco conosciuti, circolavano voci calunniose. Nerone scaricò su di loro, condannandoli ad efferati supplizi, le accuse a lui rivolte. Del resto le idee professate dai cristiani erano di aperta sfida agli dei pagani gelosi e vendicativi... "I pagani - ricorderà più tardi Tertulliano - attribuiscono ai cristiani ogni pubblica calamità, ogni flagello. Se le acque del Tevere escono dagli argini e invadono la città, se al contrario il Nilo non rigonfia e non inonda i campi, se vi è siccità, carestia, peste, terremoto, è tutta colpa dei cristiani, che disprezzano gli dei, e da tutte le parti si grida: i cristiani ai leoni!".
Nerone ebbe la responsabilità di aver dato il via all'assurda ostilità del popolo romano, peraltro molto tollerante in materia religiosa, nei confronti dei cristiani: la ferocia con la quale colpì i presunti incendiari non trova neppure la giustificazione del supremo interesse dell'impero. Episodi orrendi come quello delle fiaccole umane, cosparse di pece e fatte ardere nei giardini del colle Oppio, o come quello di donne e bambini vestiti con pelle di animali e lasciati in balia delle bestie feroci nel circo, furono tali da destare un senso di pietà e di orrore nello stesso popolo romano. "Allora - scrive ancora Tacito - si manifestò un sentimento di pietà, pur trattandosi di gente meritevole dei più esemplari castighi, perché si vedeva che erano eliminati non per il bene pubblico, ma per soddisfare la crudeltà di un individuo", Nerone. La persecuzione non si arrestò a quella fatale estate del 64, ma si prolungò fino al 67.
Tra i martiri più illustri vi furono il principe degli apostoli, crocifisso nel circo neroniano, dove sorge la basilica di S. Pietro, e l'apostolo dei gentili, S. Paolo, decapitato alle Acque Salvie e sepolto lungo la via Ostiense. Dopo la festività congiunta dei due apostoli, il nuovo calendario vuole appunto celebrare la memoria dei numerosi martiri che non poterono avere un posto peculiare nella liturgia.

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Prima lettura

Dal libro della Genesi        17,1.9-10.15-22
 

Sia circonciso ogni maschio in segno di alleanza. Sara ti partorirà un figlio.

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Salmo responsoriale

Rit. Benedetto l’uomo che teme il Signore.           dal salmo 127

 

 

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Vangelo

Dal Vangelo secondo Matteo             8, 1-4


Se vuoi, puoi purificarmi.

 

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Meditiamo insieme


Stupisce, e non poco, l'ammonimento di Gesù, fatto qui e altrove, a non divulgare la notizia delle guarigioni, in questo caso strabiliante, dalle malattie. Gli studiosi lo chiamano "segreto messianico", ed è un po' il leit motiv del vangelo di Marco, presente anche qui in Matteo. Gesù non ama i protagonismi, non vuole essere scambiato per un guru o un guaritore, non ama la pubblicità, diffida dall'idolatria delle folle, dai deliri religiosi di tutti i tempi,. Anzi: Gesù, a dirla tutta, non ama neppure i miracoli, perché sa che sono manipolabili, male interpretabili. Ma la sua volontà di salvezza è totale, egli vuole guarire il lebbroso, ma, una volta guarito, gli chiede di seguire il consueto iter di riammissione nella comunità attraverso il potere religioso che Gesù, nelle parole e nei fatti, mette in radicale discussione. Gesù non è un anarchico, egli ama l'uomo, ne prova compassione, brama la salvezza per ogni persona ferita e piagata, va all'essenziale. Gesù cambia le regole dal di dentro, riportandole alla propria origine, alla verità di ciò che sono in origine. La guarigione è segno del Regno che avanza, della luce che prevale sulle tenebre, della fine di ogni ombra.

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Preghiamo insieme

 

Il Signore è venuto particolarmente per soccorrere i peccatori. coscienti della nostra debolezza, presentiamogli le necessità del nostro tempo e della nostra vita. Preghiamo insieme e diciamo:
Risana, o Padre, le nostre ferite.

La Chiesa ha ricevuto dal Signore il compito di essere madre e maestra: preghiamo affinché sia sempre pronta a medicare le ferite dell'uomo, per guarirlo dal peccato e guidarlo al bene.

I popoli del terzomondo sono ancora afflitti dalla piaga della lebbra: preghiamo affinché la giustizia e la carità costruiscano l'uguaglianza effettiva tra gli uomini.

Il mondo della medicina è in continuo progresso. preghiamo affinché la crescita della preparazione tecnica sia accompagnata dal rispetto e dall'amore verso gli ammalati.

Molti nostri fratelli soffrono di malattie incurabili: preghiamo affinché la benevolenza di Dio e le carità degli uomini ricolmi i loro cuori e li ripaghi di ogni sofferenza.

Spesso il peccato ci toglie pace e serenità: preghiamo affinché impariamo ad avvicinarci con più fiducia al Signore, fonte di perdono e di vita nuova.


O Dio, che hai fecondato con il sangue dei martiri i primi germogli della Chiesa di Roma, per il luminoso esempio di così coraggiosi testimoni confermaci nella fede, perchè possiamo raccogliere con gioia il frutto del loro sacrificio.

 

 

LITURGIA DELLE ORE - Volume III

 Prima Lettura

 

Dal primo libro di Samuele     (25, 14-24a. 28-39)

Davide e Abigail

 

 

Seconda Lettura


Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa       (Capp. 5, 1 - 7, 4; Funk 1, 67-71)

Avendo sofferto a causa della gelosia furono di esempio per tutti


Venerdì della IV settimana, ufficio della memoria dal Comune di più martiri. Antifone proprie al Benedictus e al Magnificat.

 

Impegno di vita

Oggi, nella mia pausa contemplativa, prenderò coscienza che il mio modo d'essere freddo, distaccato, risentito, pretenzioso, esigente con chi mi vive accanto è lebbra spirituale perché è mancanza di amore. E poi, con tanta lieta fiducia, mi appoggerò a Gesù che abita in me.

 

INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO

Perchè sappiamo fare di Cristo la roccia sulla quale costruire la nostra esistenza e il motivo determinante di tutte le nostre decisioni.

 

MESSAGGIO DEL GIORNO

Se vuoi salire fino al cielo, devi scendere fino a chi soffre e dare la mano al povero. Santa Teresa di Calcutta

 

 

 

Venerdì 30 Giugno 2017  

 

- Il Santo Padre Francesco riceve questa mattina in Udienza:

- Em.mo Card. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede;

- S.E. Mons. Jorge Eduardo Lozano, Arcivescovo di San Juan de Cuyo (Argentina);

- S.E. il Signor Veselin Šuković, Ambasciatore della Repubblica di Montenegro, in visita di congedo;

- S.E. la Signora Irena Vaišvilaitė, Ambasciatore di Lituania, in visita di congedo;

- Delegazione della "Fundación Vitae".

- Membri dell’Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana.

- S.E. il Signor Elnasr Hatem Seif, Ambasciatore della Repubblica Araba di Egitto, in visita di congedo.

 

Oggi, 29 Giugno, la Chiesa celebra la solennità dei Santi Pietro e Paolo, Apostoli PDF Stampa
Scritto da Giancarlo D'Amico   
Mercoledì 28 Giugno 2017 20:31

 

Due apostoli e due personaggi diversi, ma entrambi fondamentali per la storia della Chiesa del primo secolo così come nella costruzione di quelle radici dalle quali si alimenta continuamente la fede cristiana. Pietro, nato a Betsaida in Galilea, era un pescatore a Cafarnao. Fratello di Andrea, divenne apostolo di Gesù dopo che questi lo chiamò presso il lago di Galilea e dopo aver assistito alla pesca miracolosa. Da sempre tra i discepoli più vicini a Gesù fu l'unico, insieme al cosiddetto «discepolo prediletto», a seguire Gesù presso la casa del sommo sacerdote Caifa, fu costretto anch'egli alla fuga dopo aver rinnegato tre volte il maestro, come questi aveva già predetto. Ma Pietro ricevette dallo stesso Risorto il mandato a fare da guida alla comunità dei discepoli. Morì tra il 64 e il 67 durante la persecuzione anticristiana di Nerone. San Paolo, invece, era originario di Tarso: prima persecutore dei cristiani, incontrò il Risorto sulla via tra Gerusalemme e Damasco. Baluardo dell'evangelizzazione dei popoli pagani nel Mediterraneo morì anch'egli a Roma tra il 64 e il 67.

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Prima lettura

Dagli Atti degli Apostoli        12, 1-11
 

Ora so veramente che il Signore mi ha strappato dalla mano di Erode.

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Salmo responsoriale

Rit. Il Signore mi ha liberato da ogni paura.           dal salmo 33

 

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Seconda lettura

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo        4, 6-8. 17-18
 

Ora mi resta soltano la corona di giustizia.

 

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Vangelo

Dal Vangelo secondo Matteo             16, 13-19


Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.

 

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Meditiamo insieme


La liturgia di questa solennità ci sollecita a riflettere sulla fedeltà e sulla testimonianza delle due colonne portanti della Chiesa. Ci mostra Pietro con le chiavi del regno, primo e principe degli apostoli. Ascoltiamo la sua confessione che ormai ci appartiene come seguaci della stessa fede. Percepiamo con gioia l’origine della nostra appartenenza a Cristo, la fonte da cui abbiamo sorbito lo stesso credo, l’impegno che ci pone a nostra volta come testimoni. È anche il giorno della gratitudine a Dio, a Cristo Gesù e ai suoi apostoli, i fattori della Chiesa, nostra madre. Ci viene da ripercorrere la storia della Chiesa fino ai nostri giorni per rivivere un percorso dove le umane fragilità sono state come spente dalla forza dello Spirito. Siamo certi di poggiare ancora sulla roccia che è Cristo stesso e sulla Pietra che è il romano pontefice. Le porte degli inferi, anche quando hanno infierito con violenza contro di noi, non hanno prevalso. La promessa di Cristo si è realizzata in pienezza. La storia di Pietro, prima debole, spavaldo e pauroso, poi intrepido assertore della verità e martire come Cristo per testimoniare la propria fedeltà, è diventato sostanzialmente la storia della nostra Chiesa e di tanti cristiani. È stato determinate in questo faticoso percorso l’apporto di Paolo, il convertito sulla via di Damasco, l’Apostolo delle genti. Egli per primo ha valicato i confini del mondo ebraico per rivolgere il messaggio della salvezza ai pagani, a tutti noi che da quel mondo proveniamo. La seconda lettura d’oggi risuona come un gioioso testamento che Paolo confida al suo amico e collaboratore Timoteo. La Messa del 29 giugno esprime la fiducia della Chiesa nell’intercessione di “coloro per i quali essa ha ricevuto le primizie della fede”(orazione). Essa mette particolarmente in rilievo le prerogative di Pietro, (Vangelo), la protezione speciale di Dio sulla sua persona; e i cristiani sanno, quando cantano il “Tu es Petrus”, che le prerogative del principe degli apostoli sono passate ai Papi, successori di Pietro sulla cattedra di Roma, come pure sono sicuri della provvidenza tutta particolare di Dio, che fino alla fine del mondo assisterà il Vicario di Cristo.

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Preghiamo insieme

 

 

Animati dalla fede dei santi apostoli Pietro e Paolo, presentiamo a Dio Padre le nsotre suppliche. Preghiamo dicendo: Accresci, Signore, la nostra fede.

Perché la Chiesa non mostri al mondo soltanto le rughe di un’organizzazione terrena, ma lasci intravedere una comunità operosa di discepoli fedeli al Signore Gesù. Preghiamo.

Per il Papa Francesco, perché sappia aprirsi all’azione dello Spirito al fine di essere pastore e guida della Chiesa che Gesù gli ha affidato. Preghiamo.

Per il Papa emerito Benedetto XVI che oggi ricorda il 65° anniversario della sua ordinazione sacerdotale; il Signore, per l'intercessione dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, lo illumini, lo guidi e lo protegga sempre. Preghiamo.

Perché i cristiani sappiano incarnare la logica del vangelo, vivendo con sobrietà e aderendo ai valori della carità, dell’unità, della responsabilità. Preghiamo.

Per i battezzati che oggi sono privi del sostegno della fede, perché incontrino cristiani veri e credibili, innamorati di Gesù Cristo, che li richiamino alla possibilità di una autentica conversione. Preghiamo. 

Per la nostra comunità, perché rimanga unita anche quando la croce ferisce e prova la fede, testimoniando l’amore per il Signore anche nelle difficoltà. Preghiamo.

Ricordati, o Padre, della testimonianza degli apostoli Pietro e Paolo, che mediante l'annunzio del Vangelo ci hanno generato alla vita nuova nel tuo Spirito; confermaci nella fede e guidaci ai pascoli eterni.

 

 

LITURGIA DELLE ORE - Volume III

 Prima Lettura

Dalla lettera ai Galati di san Paolo, apostolo     (1, 15 - 2, 10)

Incontro di Pietro e Paolo a Gerusalemme 

Seconda Lettura


Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo       (Disc. 295, 1-2. 4. 7-8; PL 38, 1348-1352)

Questi martiri hanno visto ciò che hanno predicato


Ufficio della solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Te Deum. All'Ora media antifona propria e salmi della domenica I settimana. Compieta II della domenica con l'orazione Visita.

 

Impegno di vita

Oggi mi soffermo accanto ai santi Pietro e Paolo chiedendo di essere da loro aiutato a penetrare il "mistero" della Chiesa come spazio aperto in cui i tesori di Dio vengono elargiti alla mia debolezza e come Corpo mistico di cui anch'io sono membro e Gesù è il capo che santifica anche me se mi consegno a Lui e mi lascio guidare dal suo Spirito.

 

INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO

Per il Santo Padre Francesco, sia confermato dalla forza dello Spirito Santo, illuminato dalla Parola di Dio, sostenuto dalla comunione della Chiesa e dalla preghiera di tutto il popolo di Dio.

 

MESSAGGIO DEL GIORNO

La Chiesa non è indebolita dalle persecuzioni, al contrario, ne è rafforzata. E il campo del Signore si riveste di una messe sempre più ricca, poichè i grani, che cadono ad uno ad uno, rinascono moltiplicati. Quanto fecondi siano stati Pietro e Paolo, questi due splendidi germogli del seme divino, lo attesta il numero immenso dei santi martiri, che, emuli del trionfo dei due apostoli, hanno circondato la nostra città  di schiere rivestite di porpora e circonfuse di viva luce. Essi l'hanno come coronata di un unico diadema formato da molte pietre preziose. San Leone Magno

 

 

 

Giovedì 29 Giugno 2017  

 

- Alle ore 9,30 il Santo Padre Francesco in Piazza San Pietro benedirà i sacri Palli, destinati ai nuovi Arcivescovi Metropoliti (fra cui l'Arcicevscovo di Messina mons. Giovanni Accolla), e celebrerà la Santa Messa della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo; concelebreranno con il Santo Padre i 5 Cardinali creati ieri, il Collegio Cardinalizio, i Patriarchi, gli Arcivescovi Metropoliti, nominati del corso dell’ultimo anno, gli Arcivescovi, i Vescovi e i Sacerdoti.

 

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